Prodotti sequestrati Carabinieri Torino donati a bambini dell’Africa, info
Li avevano arrestati a dicembre 2011, i Carabinieri della Compagnia di Torino Mirafiori.
Li avevano sorpresi a bordo del loro autocarro, intestato alla ditta di distribuzione e vendita all’ingrosso di cui erano dipendenti, in possesso di oltre seicento pacchi di caffè napoletano e ottocento bottiglie di spumante, oltre ad un bel po’ di banconote.
Niente di strano, se non fosse che quella merce i tre uomini l’avevano sottratta a diversi supermercati della zona con una tecnica tanto scaltra quanto collaudata, consistente nel prendere di mira i negozi con le offerte più interessanti, riempire i carrelli con una gran quantità di prodotti e poi convincere il cassiere di turno a non passare tutti gli acquisti sul nastro trasportatore, dichiarando di averne preso un numero inferiore a quello reale. Una tecnica che non aveva tuttavia mancato di insospettire i titolari di alcuni supermercati, che prontamente si erano rivolti ai Carabinieri. Scontata la conclusione, nell’immediato, con l’arresto dei tre ladri e un’accusa a loro carico di furto aggravato e ricettazione.
Meno banale l’esito successivo dell’operazione, che continua a dare i suoi frutti: a mesi di distanza, infatti, molti dei prodotti sequestrati dai militari sono rimasti senza padrone, dal momento che nessun supermercato li ha reclamati. Di qui la decisione dei militari della Compagnia, che anziché farli deteriorare nei magazzini dell’Arma, hanno pensato bene di donarli a chi potesse averne maggiore bisogno: i bambini abbandonati dell’Africa. Bambini orfani, malati, denutriti, vittime dello sfruttamento ad opera dei signori della guerra. Bambini che sono privi di tutto, a cominciare dal nome, non essendo mai stati registrati all’anagrafe.
Si chiama allora “Chiamami per nome” la campagna in cui è impegnata la onlus torinese Enzo B, alla quale i militari hanno deciso di donare la preziosa merce che, una volta venduta – sotto Natale sarà disponibile al pubblico, a fronte di una donazione libera, presso il Farmer’s Market VOV 102 di via Onorato Vigliani 102 – permetterà di dare un nome a qualcuno dei 17.500 figli del Burkina Faso, Benin, Guinea Bissau, Congo ed Etiopia a cui non è mai stata riconosciuta un’identità e che, in questo stato, rischiano di cadere ancora una volta preda di ogni genere di abuso. Perché i bambini senza nome sono bambini che non esistono, ma non per questo hanno meno bisogno di aiuto.
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Massimiliano Rambaldi