Si è conclusa oggi la IX edizione di Ecoforum per l’Economia Circolare in Piemonte
La crisi del riciclo, passando dalla raccolta dai consorzi di filiera e dalle aziende virtuose. “E’ centrale il tema della qualità della raccolta differenziata, ma è necessario un intervento normativo a livello nazionale che renda le materie prime seconde competitive con quelle vergini”

Torino, 11 dicembre 2025 – Dopo gli allarmi lanciati dalla filiera del riciclo meccanico della plastica nello scorso settembre e quello lanciato dalla filiera del tessile nella scorsa primavera, Legambiente ha voluto affrontare il tema, dedicandovi una giornata di riflessione.
“I campanelli di allarme fatti risuonare dalle Associazioni dei riciclatori rappresentano un forte elemento di preoccupazione – dichiara Sergio Capelli, Direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Il fatto che, nonostante le normative sugli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni, i CAM e gli appalti verdi, il mercato non si dimostri ancora maturo per assorbire una quantità di materie prime seconde sufficiente per garantire la sopravvivenza della filiera del riciclo rischia di vanificare gli sforzi fatti negli ultimi due decenni, non è più accettabile. La politica nazionale deve prendere in carico questa situazione e trovare soluzioni definitive ad un problema che si trascina da troppo tempo. In particolare per quello che riguarda la plastica, è inaccettabile che gran parte del mercato preferisca utilizzare materie prime di origine fossile spesso importate a prezzi bassissimi, di fatto rischiando di azzerare il settore del riciclo. Quello stesso settore per cui siamo riconosciuti nel mondo e che è un elemento centrale per una transizione ecologica ed energetica e per quel processo di decarbonizzazione che dobbiamo necessariamente implementare. Da anni viene prorogata, ad esempio, l’applicazione di una Plastic Tax, che potrebbe essere uno dei provvedimenti chiave per migliorare la soluzione. Per quel che riguarda i tessili, è necessario la costruzione di una rete di impianti che possano realmente riciclare gli scarti. Come Legambiente lo diciamo da anni: rifiuti zero, impianti mille. Un buon riciclo, però, non può prescindere da un’ottima raccolta differenziata. Da anni assistiamo all’implementazione di sistemi di raccolta sempre meno responsabilizzanti di tutti gli attori in campo (cittadini, operatori, aziende di servizi) che danno come risultato, forse, un aumento della quantità della raccolta differenziata, ma determinano un forte deterioramento qualitativo della stessa, rendendo obbligatorio il ricorso ad una selezione dei materiali a valle, con costi ambientali ed economici elevati”.
Il primo tavolo tematico della giornata, “Da raccolta a riciclo: il ruolo dei Consorzi di filiera”, ha evidenziato come la qualità del materiale raccolto in maniera differenziata sia in forte diminuzione, mettendo a rischio i passaggi successivi. Il ricorso alla preselezione a valle della raccolta differenziata per estromette le frazioni estranee, crea inoltre una perdita di materiale differenziabile per via del cosiddetto “effetto trascinamento”: un quantitativo di materiale riciclabile fra le due e le tre volte quello di scarto viene infatti “contaminato” e scartato. Ne hanno discusso: Monica Pasquarelli, membro del CDA di Coripet; Anna Pisterna, Responsabile Analisi Merceologiche di Biorepack; Luca Tomaino, Referente territoriale per il Nord-Ovest di Comieco; Marta Giurato, Area Rapporti con il territorio di CONAI.
Con il secondo tavolo “Riciclo a rischio, quali difficoltà” si è entrati nel vivo del discorso dando la parola ai riciclatori. Simona Malaspina, Consigliera di Amministrazione del Consorzio C.A.R.P.I. (Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia) ha esposto le difficoltà ormai agli onori della cronaca, con il rischio tangibile di chiusura degli impianti di riciclo. Andrea Fluttero, Presidente UNIRAU, ha esposto la situazione della filiera del tessile; Martina Finotto, membro del Consiglio Direttivo di Unirima, ha affrontato il settore del riciclo della materia cellulosica.
“Gli scenari futuri dell’economia circolare” sono stati il tema del terzo tavolo di giornata. Laura Corazza, Delegata alla sostenibilità Università degli Studi di Torino, ha presentato una rassegna delle competenze specifiche citando il Green Comp, dando esempi dei profili in uscita dai corsi di studio dell’Ateneo e dall’offerta formativa di terzo livello di UniTo. Amina Pereno , Ricercatrice in Design, Co-direttrice
di Sys – Systemic Design Lab Politecnico di Torino ha illustrato come il design sistemico possa essere una chiave di lettura fondamentale per il future dell’economia circolare
Nuovi progetti, impianti sperimentali e soluzioni consolidate sono state al centro del tavolo conclusivo, quello dedicato agli “Impianti virtuosi dell’economia circolare”. Hanno presentato le loro esperienze: Marco Farina, Responsabile Valutazione e Sviluppo Progetti A2A Ambiente S.p.A, che ha presentato un nuovo impianto di riciclo tessili in costruzione a Cavaglià (BI); Virginia Vergero, Responsabile Partnership e Comunicazione Gruppo Vergero, che ha raccontato il progetto “Una campagna libera dall’amianto”; Mauro Anetrini, presidente Barricalla, che ha dato aggiornamenti sul nuovo impianto aziendale (Barricalla2).
