The Suicide Squad – Missione Suicida, la recensione di CronacaTorino
Se vi aspettate di vedere un sequel serio del deludente “Suicide Squad” del 2016, dobbiamo darvi una “triste” notizia: non è questo il caso.
Se possibile The Suicide Squad – Missione Suicida è ancora più pazzo e sopra le righe del suo predecessore, ma questa volta la DC Comics centra l’obiettivo di fare un gran film di supereroi.
La nuova Suicide Squad, facente nuovamente capo alla Direttrice dell’ARGUS Amanda Waller (Viola Davis), deve affrontare una pericolosa missione a Corto Maltese per distruggere il progetto Starfish. L’isola, recente teatro di un colpo di stato militare, è ora guidata dal Presidente Luna e dai suoi Generali che hanno messo le mani sull’arma che la squadra è chiamata ad annientare.
L’improbabile team composto dal Capitano Flag (Joel Kinnaman), Harley Quinn (Margot Robbie) e Capitan Boomerang (Jai Courtney), tutti e tre già visti nel primo film, vede l’arrivo di nuovi elementi dal carcere di Belle Reve: Savant (Michael Rooker), mercenario; Blackguard (Pete Davidson), sicario inesperto; Javelin (Flula Borg), giavellottista dalla tuta sgargiante; T.D.K. (Nathan Fillion), metaumano scomponibile; Mongal (Mayling Ng), aliena dai non meglio precisati poteri e da Weasel (Sean Gunn), donnola a grandezza umana.
L’inizio non è però dei migliori, Flag e compagni infatti vengono usati come diversivo per permettere alla Suicide Squad principale di approdare indenne sull’isola. Solo Flag e Harley Quinn sopravvivono allo scontro con l’esercito di Corto Maltese, il primo viene recuperato dalla resistenza e la seconda viene arrestata e portata al palazzo presidenziale.
Nel frattempo la Suicide Squad “effettiva” (formata da Bloodsport (Idris Elba), mercenario capace di ferire Superman con una pallottola alla criptonite; Peacemaker (John Cena), psicopatico vigilante sostenitore della pace nel mondo; Ratcatcher II (Daniela Melchior), incantatrice di topi; Polka-Dot Man (David Dastmalchian), con il potere di uccidere con i pois e King Shark (Steve Agee, voce di Sylvester Stallone), un uomo-squalo) comincia quindi la missione.
La follia prende piede con il proseguire della storia, prima King Shark cerca di mangiare Ratcatcher e poi diventa suo amico dietro richiesta della ragazza. Poi la squadra viene mandata a recuperare Flag dalla presunta prigionia massacrando quelli che poi si scopriranno essere membri della resistenza anti-governativa.
Nonostante il sanguinolento equivoco la Resistenza accetta di aiutare la Suicide Squad per rovesciare il governo di Corto Maltese. La squadra vivrà quindi diverse vicessitudini per rapire il Dottor Grives/Thinker (Peter Capaldi) capo del progetto Starfish e portare a termine la missione scoprendo che il cattivo è Starro il Conquistatore, una stella marina gigante aliena rosa e blu con un occhio enorme.
I protagonisti, pur essendo dei delinquenti che sfruttano l’opportunità per uno sconto di pena, dimostrano di avere una coscienza nel momento in cui disubbidiscono all’ordine di Amanda Waller di abbandonare la popolazione di Corto Maltese alla mercé di Starro.
James Gunn con The Suicide Squad – Missione Suicida crea un film divertente e che non vuole prendersi sul serio, ironia e momenti grotteschi la fanno da padrone creando qualcosa in grado di incontrare i gusti del pubblico. Il regista americano riesce dove altri avevano fallito dando alla DC un prodotto che pone le basi per il futuro.
Personaggio che si fa più amare è sicuramente King Shark grazie alle gag e agli escamotage utilizzati nella pellicola. Improntato sulla falsa riga di Baby Groot e Baby Yoda diventa con il passare dei minuti il beniamino del pubblico a suon di “gnam”.
La chimica tra attori come Idris Elba, Margot Robbie e John Cena riesce a dare quel qualcosa in più che al primo film non era minimamente riuscito.
Un gruppo di disadattati così non si era decisamente mai visto sullo schermo e sono già stati annunciati nuovi progetti con James Gunn in futuro… Come si potrà raggiungere un ulteriore livello di follia? Siamo curiosi di scoprirlo!
(Alessandro Gazzera – Antonella Mastria)