Intervista a Robert Berry, il racconto dell’amicizia con Keith Emerson
Una lunga amicizia con Keith Emerson celebrata con un album magnifico “3.2 The Rules Have Changed”. A raccontarci il suo ultimo lavoro è Robert Berry che ha regalato al mondo l’ultima grande opera fatta con l’amico di sempre.
Un viaggio bellissimo che permette di scoprire a fondo il lavoro di due musicisti straordinari. Ecco cosa ci ha raccontato:
Ciao Robert, grazie per questa intervista… Come vanno le cose sul pianeta Robert Berry?
Innanzitutto Alessandro sono contento che tu mi abbia cercato per fare questa intervista e sono davvero felice che ti sia piaciuto l’album 3.2. Ogni giorno sono letteralmente meravigliato dai commenti che arrivano a questo disco.
In questo momento sto concentrando tutti i miei sforzi sul lavoro di 3.2. Come sapete, è molto importante per me rappresentare l’ultima opera di Keith Emerson e mia con rispetto e dignità.
Attualmente sto lavorando a una versione in vinile, una T-Shirt 3.2, speciali plettri per chitarra e un tour per la metà del 2019. Durante questo periodo sono ancora nel mio studio, Soundtek, dal lunedì al venerdì producendo musica. Tranne ovviamente quando sono in tour con Greg Kihn.
Hai lavorato con tanti musicisti, ma la passione e il successo sono sempre stati enormi… C’è un segreto dietro questa tua carriera?
Credo che bisogna sempre lavorare, ogni giorno, al meglio e penso che solo così riesci a fare colpo sulle persone. Se lavori bene le persone intorno a te inizieranno a parlare, ma soprattutto si potrà allargare il tuo cerchio di conoscenze permettendoti di ottenere sempre opportunità migliori. Se lavori in qualcosa per cui sei appassionato o è solo il tuo lavoro quotidiano, fai sempre del tuo meglio!
Hai citato Keith Emerson prima, come è nata la possibilità di lavorare con lui?
Nel lontano 1986 Carl Palmer ascoltò la mia cassetta con John Kalodners, nell’ufficio della Geffen Records. Gli piacevano davvero le mie canzoni e la mia voce.
Per un anno abbiamo cercato di trovare i membri della band giusti e poi Steve Howe mi ha voluto per i GTR e così l’ho raggiunto. Prima di tornare a casa dall’Inghilterra per una pausa, ho saputo che Keith Emerson voleva incontrarmi per pranzo. Quello è diventato l’incontro più importante della mia vita musicale.
Il nuovo album rappresenta perfettamente la musica tua e di Keith, ma sarà possibile vederlo suonato dal vivo?
Alessandro, ho un nuovo manager oggi che dice di andare in Tour dal Sud America alla Russia. Questo è il mio sogno e spero davvero che si avveri.
Parlando sempre della tua carriera, come ti sei trovato nel lavorare con Sammy Hagar?
Sammy è un vero uragano. Riesce a rendere tutto sempre bello e non si guarda mai indietro. Divertimento, talento, energia sono le parole per descriverlo, ma potrei andare avanti all’infinito.
È stato un onore per i pochi anni che ho avuto modo di suonare con lui. Oggi suono le tastiere sul palco con Sammy in ogni spettacolo. Proprio lui mi ha chiesto di pre-registrare tutte le parti della tastiera per le canzoni di Van Halen che suona.
Jason Bonham mette le cuffie in testa e ascolta il mio lavoro e poi suona le tracce della mia tastiera. È divertente per me sentirlo dal punto di vista del pubblico, ma è ancora più bello vedere Sammy che continua a essere rock.
Progetti per il prossimo futuro?
In questo momento sto lavorando con la nuova band 3.2. Il tour credo che si chiamerà “Robert Berry’s 30 years of Prog – the music of 3, 3.2, GTR, Yes, ELP, and more”.
Non vedo l’ora di suonare la mia storia musicale con grandissimi musicisti.
C’è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare?
Jeff Beck è uno dei miei preferiti
Se dovessi creare una sorta di “All Star Band”, chi ci sarebbe insieme a te nel gruppo?
Jeff Beck alla chitarra, io sarei al basso, Simon Phillips alla batteria, Geoff Downes alle tastiere, Jon Anderson, David Pack e me stesso nelle parti vocali… Lo so, ci sono un sacco di voci (ride).
Un sogno nel cassetto di Robert Berry?
Mi sforzo ogni giorno per realizzare tutti i miei sogni. Sto vivendo la vita che voglio vivere e sto facendo il miglior lavoro possibile ogni giorno. Potrei dire che un tour di successo è il mio più grande sogno in questo momento, ma non è un segreto.
Un messaggio per i lettori
Sono così contento che tutti abbiano abbracciato la filosofia dietro l’album 3.2. È stato un lavoro d’amore per me e un sogno durato 30 anni per farlo.
Le mie possibilità di fare un tour in Italia dovrebbero essere abbastanza buone, visto che la mia etichetta discografica, la Frontiers Records, si trova lì. Sono per metà italiano e ho un cugino lì, quindi non avrò sicuramente fame (ride).
Alessandro, se i tuoi lettori vogliono vedere il mio tour, falli scrivere alla Frontiers per farglielo sapere. Apprezzo il tuo supporto e le parole gentili sull’album. Spero di raggiungere la tua città per ringraziarti di persona e conoscere tutti i tuoi lettori. (A.G.)
Foto: robertberry.com