Peste suina, vertice in Regione con il Commissario straordinario Filippini
Vertice oggi al Palazzo della Regione fra il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni e il Commissario straordinario per il contrasto alla Peste Suina Africana Giovanni Filippini.
L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sul coordinamento fra i diversi livelli e soggetti coinvolti nel monitoraggio e nella lotta alla Psa e per condividere le ulteriori misure da attuare sul territorio. La giornata di lavori ha quindi visto gli incontri del commissario con i responsabili regionali di Agricoltura, Caccia e Pesca, Sanità e Parchi, con le associazioni di categoria agricole e le associazioni venatorie.
«Il commissario Filippini – ha dichiarato il presidente Cirio – ha introdotto un cambio di paradigma fondamentale: continuare nell’opera di contenimento del contagio entro aree rigidamente controllate, ma al tempo stesso rafforzare l’azione di depopolamento. Quando si affacciò per la prima volta il virus, ormai tre anni fa, attuammo subito le indicazioni dell’Europa creando le recinzioni per isolare le aree infette: ma questo si è poi rivelato un metodo incompatibile con la situazione orografica del Piemonte. Per questo oggi il modo più efficace per contrastare la pandemia è identificare e isolare i cinghiali infetti e depopolare la zona cuscinetto dove non c’è infezione. È un’azione di contrasto che va anche nella direzione di diminuire i danni all’agricoltura e gli incidenti stradali causati dai cinghiali».
«A seguito della grande azione di monitoraggio e controllo esercitata dal Piemonte – ha aggiunto l’assessore Bongioanni – il commissario Filippini, con cui abbiamo avuto fin dal primo momento piena sintonia, oggi ci dà la possibilità di intervenire autorizzando la caccia al cinghiale nella cosiddetta Zona di restrizione 1, che sta fra la Zona 2 dove si era riscontrata l’infezione e la zona indenne, permettendoci così di creare quella fascia franca in grado di isolare il contagio. Siamo custodi di un patrimonio straordinario, con i distretti suinicoli del Cuneese e del Chierese forti di 1,5 milioni di capi e un indotto economico di 4 miliardi. Dobbiamo tutelare questo patrimonio. Le misure messe in campo dal commissario Filippini ci aiutano ad andare nella direzione giusta, che è quella del controllo e della tutela. Grandi preoccupazioni in questo momento non ce ne sono, la malattia è sotto controllo e ci permette di garantire la sicurezza ai nostri distretti suinicoli di pregio».
«Il nostro obiettivo – ha spiegato Filippini – è quello di tenere il virus all’interno delle zone infette. Ci vorrà tempo per eradicarlo da queste zone, e la linea è quindi quella di confinarlo. In questo momento la strategia prevede il controllo nella fascia 1, o Zona cuscinetto, dove vogliamo eliminare completamente la specie cinghiale, concedendo deroghe in quelle aree dove siamo certi che il virus non è presente. Continueremo il monitoraggio e prenderemo le decisioni successive sulla base dei risultati rilevati».
Sulla base di queste valutazioni, Filippini ha dato seguito alla richiesta avanzata dalla Regione Piemonte autorizzando la caccia al cinghiale in Zona di protezione 1 anche nelle province di Alessandria, Asti, Novara, Torino e Vercelli, così come era già stato fatto nei giorni scorsi per quella di Biella. Oltre il termine della stagione venatoria sarà possibile proseguire le azioni di depopolamento attraverso il controllo faunistico con operatori abilitati, con massimo 3 cani in girata e squadre fino a 15 persone. In provincia di Cuneo, dove la presenza del più grande distretto suinicolo del Piemonte richiede una maggiore cautela nell’impedire possibili spostamenti dei cinghiali, viene per il momento autorizzata in zona 1 l’esclusiva attività del controllo faunistico con operatori abilitati, massimo 3 cani e 15 persone per ogni unità di gestione del cinghiale. «Affinché si possa raggiungere un effetto positivo sulla densità di popolazione dei cinghiali – raccomanda Filippini – il carniere deve avere come obiettivo almeno il 150% dei prelievi effettuati nella stagione precedente l’istituzione della zona soggetta a restrizione per Psa».
Conclude Bongioanni: «Il Piemonte ha fatto egregiamente la sua parte nel rispetto dei grandi produttori del nostro territorio, attraverso ingenti investimenti per la biosicurezza, nei ristori agli allevamenti suinicoli e nei corsi di formazione per cacciatori che – grazie a risorse stanziate interamente dalla Regione – hanno consentito di raddoppiare le forze delle guardie provinciali».