‘Human Mars Mission’ è il nome del progetto di ricerca che ha l’obbiettivo di portare l’uomo su Marte. Presentato a Washington a fine gennaio 2014, il progetto è stato approvato dalle agenzie spaziali di Usa, Europa, Russia, Cina, Giappone e Canada. L’obbiettivo è però quello di coinvolgere sempre più nazioni a partire dai Paesi in via di sviluppo.
Giancarlo Genta, professore al Politecnico di Torino, coordina la ricerca dell’International Academy of Astronautics che si propone di esplorare il pianeta rosso in vista di una possibile colonizzazione. Ciò che ha fatto muovere gli scienziati in questa direzione, ha dichiaro il Prof. Genta in una recente intervista, è la convinzione che “la nostra econonomia, in futuro, dipenderà dalle risorse extraterrestri. L’umanità non può e non deve rimanere legata alla Terra per sempre. Anche perché le nostre risorse non sono infinite”.
Da quando l’umanità guarda il cielo, l’uomo è sempre stato affascinato da Marte. Forse perché è insieme a Venere l’unico pianeta visibile ad occhio nudo o forse per il suo caratteristico colore rosso, sin dall’antichità gli scienziati si sono interrogati su come poterlo raggiungere. Dopo la sua prima osservazione, operata da Galileo Galilei, si è dovuto aspettare il 1971 per avere un primo vero contatto grazie alle missioni russe ed americane.
Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole. Viene chiamato ‘pianeta rosso’ a causa del suo colore caratteristico dovuto all’ossido di ferro che lo ricopre. E’ considerato una meta ambita dagli scienziati poiché, presentando condizioni atmosferiche favorevoli, è il pianeta più simile alla Terra.
Come sottolinea il Prof. Genta, Marte è un buon candidato ad ospitare gli esseri umani poiché “la sua superficie è uguale al totale di tutte le terre emerse sul nostro pianeta, quindi raddoppia lo spazio disponibile per l’umanità”.
Gli scienziati dell’International Academy of Astronautics sono ottimisti sulla possibile colonizzazione del pianeta rosso. Tuttavia, dichiarano che il vero problema oggi è il viaggio, in quanto le tecnologie necessarie non sono ancora state sviluppate.
Perché tutto questo affanno per raggiungere il pianeta rosso? Secondo gli scienziati, colonizzare Marte avrebbe non solo un grande valore scientifico, ma risponderebbe ad importanti interessi politici, economici e sociali. Non solo infatti colonizzare un altro pianeta significherebbe aprire nuovi mercati, ma porterebbe inevitabilmente posti di lavoro e ricchezza alle nazioni interessate.
Senza contare, sottolineano gli scienziati, che se l’umanità continua questo uso sconsiderato delle risorse naturali della Terra, presto colonizzare un altro pianeta sarà una necessità e non più un sogno o la trama di un film di fantascienza.
Il Prof. Genta e il suo team hanno così idea sei tipi di approcci per raggiungere Marte, ordinandoli per complessità crescente: missione fly-by (ovvero il passaggio ravvicinato vicino alla superficie); missione two steps, ovvero che vede un primo viaggio verso uno dei satelliti e un secondo viaggio da qui; missione “flag-and-footprint” (ovvero una missione di breve durata); infine, tre tipi di missioni di lunga durata con l’obbiettivo della colonizzazione.
Anche se c’è chi alla colonizzazione punta già. Il progetto ‘Mars One’, lanciato in rete nei primi mesi del 2014, prevede una raccolta fondi di 6 miliardi di dollari per un viaggio di sola andata verso Marte. In soli due mesi, sono già 200 mila le candidature e anche molti nostri connazionali si sono fatti tentare. Se riusciranno a raccogliere i fondi necessari, attraverso un opera di crowdfunding e un reality show, i candidati selezionati metteranno piede su Marte entro il 2022.
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Vera Prada
