Scienza e Tecnologia

Carrozzina A.L.B.A., la prima che migliora l’autonomia del paziente

Parte da Torino per un "tour internazionale"

Torino, gennaio 2024. Un progetto rivoluzionario, pensato per migliorare l’autonomia dei pazienti con mobilità ridotta e partito da Torino per essere presentato a livello internazionale. A.L.B.A, acronimo di Advanced Light Body Assistants, è una carrozzina tecnologica, che permette al paziente di muoversi in maniera convenzionale o autonoma, grazie all’utilizzo di strumenti evoluti come i comandi vocali o da remoto.

Grazie alle tecnologie Internet Of Things, A.L.B.A. interagisce con le infrastrutture e può muoversi non solo orizzontalmente, ma anche verticalmente tra i piani dell’edificio, comunicando direttamente con gli ascensori. Si tratta di un progetto all’avanguardia, nato dalla collaborazione di aziende leader nei rispettivi settori: uno strumento sicuro, che non supera i sei chilometri orari e che evita gli ostacoli grazie al sistema di sensori di cui è dotata.

La sperimentazione di questo progetto, partita nel 2019 al Presidio Sanitario San Camillo di Torino, è oggi in una fase di espansione internazionale: da Torino A.L.B.A. è partita per esser presentata a Parigi e a Dubai, in fiere di settore (ad esempio alla Gulf Information Technology Exhibition, una tra le più importanti manifestazioni fieristiche dedicata alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione negli Emirati Arabi Uniti) in contesti non solo ospedalieri, ma per esempio per garantire una più efficiente mobilità all’interno di spazi di diversa natura.

L’obiettivo di A.L.B.A., infatti,  è quello di rivoluzionare la mobilità e la vita del paziente in ospedale, ma non solo. Nella prospettiva di un futuro legato alle Smart City, è fondamentale lavorare in un’ottica di integrazione degli spostamenti, applicando tecnologie simili in differenti contesti della vita quotidiana: luoghi pubblici e privati come ospedali, cliniche, aeroporti, metropolitane, musei.

A.L.B.A nasce dall’intuizione dell’ingegnere Andrea Segato, il tutto in ambito familiare: “Nel 2016 mia nonna ha dovuto cominciare a muoversi in carrozzella per una artrosi al ginocchio: ho cercato di capire come aiutarla, sul mercato non c’era moltissimo nonostante l’1% della popolazione mondiale abbia bisogno di questo supporto. La nostra è una soluzione nata grazie all’incontro con aziende importanti, che dovrà essere concorrenziale nel prezzo e con una tecnologia che aiuti tutti“.

Il San Camillo è stato scelto per la sperimentazione di A.L.B.A. per la sua lunga esperienza in campo riabilitativo e per l’alto numero di pazienti che segue – spiega il direttore generale Marco Salza -. È un progetto importante, poiché sancisce il connubio tecnologia-salute, che ben si sposa con la riabilitazione. A.L.B.A è importante per tre motivi: dà maggiore autonomia a chi ha disabilità importanti; tutela i lavoratori che mobilizzano le persone malate; controlla da remoto dove si trovano le carrozzine“.

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