Lo scorso 21 marzo 2014 Torino ha festeggiato la Giornata Internazionale contro il Razzismo, grazie agli eventi di ‘Torino si sveglia antirazzista’. In una città in cui l’immigrazione è un fatto ormai da molto tempo, l’iniziativa ha offerto l’opportunità di discutere e riflettere sulle possibili traiettorie utili ad aumentare la coesione sociale, intesa come vero antidoto contro la crisi.
Nel corso della mattinata, è stato messo a tema il rapporto tra Italia ed Europa letto attraverso le dinamiche delle leggi sulla migrazione e sulle discriminazioni. La Sala del Senato di Palazzo Madama ha ospitato infatti il convegno “Il razzismo in Europa e in Italia”, organizzato dal CIE – Centro Iniziative per l’Europa.
Presenti ospiti di grande calibro. Sono infatti intervenuti il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, il Ministro Martina, l’ex Ministro Cécile Kyenge Kashetu, il presidente dell’Enar Luciano Scagliotti, il Direttore del quotidiano La Stampa Mario Calabresi e il sindaco di Torino Piero Fassino.
Tema centrale del convegno, la necessità di intendere l’immigrazione come un fatto e non più come un problema. Il sindaco Fassino ha infatti sottolineato che Torino è meta di migrazione di flussi provenienti dall’estero da quasi settantanni. Oggi, il 17% dei torinesi è di origine straniera e la città ha il più alto numero di nuovi nati nel Nord d’Italia.
Tuttavia, ha sottolineato il presidente CIE Piemonte, Luciano Scagliotti, “La cancellazione del Ministero dell’Integrazione ha dato un duro colpo a questo modo di vedere e pensare l’immigrazione: l’Italia è meta per i migranti da più di mezzo secolo, l’immigrazione è un fatto e le persone immigrate sono di fatto parte del nostro paese, della nostra storia e della nostra vita quotidiana”.
Attualmente, ha sottolineato il Presidente del Parlamento Europeo, la prospettiva dell’Europa è ben diversa. La legislazione attuale che gestisce i flussi migratori in entrata nel continente europeo, ha aggiunto Schulz, come ad esempio il regolamento Dublino II per i rifugiati, contribuirebbero a dare rigidità e a burocratizzare i movimenti dei migranti.
Tale stato di cose metterebbe in difficoltà i singoli Stati, che si trovano a dover gestire situazioni di emergenza generate da questo tipo di regolamentazione, che pensa all’immigrazione ancora come un problema da risolvere e non come un fatto di cui prendere atto.
Un cambiamento di prospettiva che se continua a tardare metterà ancor più in difficoltà le comunità e gli enti locali, soggetti sui quali ricade maggiormente questa distanza tra politica e realtà. “Ma la risorsa più grande che hanno le realtà locali è la coesione sociale” ha affermato Scagliotti, ”Torino è una città che può dare l’esempio: quando l’assessore Ilda Curti ha esteso il servizio civile anche ai giovani non cittadini, ha dato un grande segnale a tutto il paese”.
Gli eventi coordinati dall’associazione Trepuntozero in occasione della Giornata Internazionale contro il Razzismo avevano l’obbiettivo di far rientrare nel discorso politico italiano proprio queste tematiche. “E’ necessario – ha concluso Scagliotti – che il governo italiano prenda una posizione chiara in materia di immigrazione e di integrazione. Come ha detto oggi Cecile Kyenge, la realtà italiana (e i torinesi lo sanno benissimo) è già una realtà integrata. Ma per renderla davvero coesa, sono necessari strumenti politici”. Gli episodi di discriminazione, ha denunciato l’Unar nel corso del convegno di venerdì, riguardano infatti le seconde generazioni, ovvero i figli degli immigrati.
Al termine del suo intervento, il sindaco Fassino ha ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale per accrescere la coesione sociale in città.
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Vera Prada
Foto: wikipedia.org
