Calo delle prenotazioni per il Turismo Torinese
Si pensi che solo nei primi dieci giorni di marzo 2018 il numero di camere occupate sarebbe sceso in media del 16-17% rispetto allo stesso periodo del 2017, con abissi che sprofondano a -20%. Sono numerosi i fattori che pesano su questo calo del giro d’affari del settore turistico: complice il clima, la crisi economica, la preferenza per le gite fuori porta o viaggi “one day”, una promozione turistica probabilmente poco efficace e le varie spese che incidono sul portafoglio degli italiani. Tra quelle da affrontare durante un viaggio, bisogna considerare i pasti, l’ingresso in musei e luoghi da visitare, gli eventuali extra per l’acquisto di ricordi o simili e ovviamente l’alloggio, al quale bisogna aggiungere la tassa di soggiorno, che nel capoluogo piemontese può arrivare fino a 5 euro a notte per persona, come possiamo vedere da questa ricerca effettuata da Liligo.
Turismo a Torino: trend negativo, scontento per gli Host di Airbnb
Nel capoluogo piemontese durante il mese di gennaio 2018, il numero delle camere occupate secondo l’Osservatorio alberghiero è sceso fino a -9% rispetto allo stesso periodo del 2017 e, negli ultimi tre mesi dello scorso anno, il dato delle prenotazioni delle camere d’albergo ha segnato perdite percentuali preoccupanti rispetto allo stesso periodo del 2016: -3,2% a ottobre, -4,5% a novembre, -6,2% a dicembre. Infauste stime anche per Ferragosto (-6% il tasso di occupazione rispetto al 2017): nonostante lo scontento diffuso e il trend negativo per il 2018, al 12 agosto si è registrata una timida ripresa del +9% di stanze prenotate negli alberghi torinesi. In profondo rosso i dati relativi agli host degli alloggi inseriti sulla piattaforma Airbnb: “Le cose per noi non vanno bene, non abbiamo numeri esatti ancora, ma la percezione è netta: le prenotazioni sono diminuite sensibilmente, io, ad esempio, per tutto il mese ho l’alloggio vuoto e non sono il solo”, ha detto Valerio Nicastro, Presidente dell’associazione Host torinesi.
Se la domanda degli ospiti è esigua, occorre abbassare la tariffa, tenendo in considerazione anche le spese fisse come le percentuali di Airbnb e la tassa di soggiorno, ciò determina nette ripercussioni negative sui guadagni degli host registrati sulla piattaforma. Oltre a un calo del 40% in meno di richieste rispetto alla media annuale, si è vista una crescita dell’offerta pari al 20% circa. Per il momento gli host confidano in una ripresa per il mese di settembre, soprattutto in occasione dell’attesissima kermesse Salone del Gusto, in programma dal 20 al 24 settembre, quando le richieste di alloggi Airbnb torneranno a salire.