Mostra Henri Cartier-Bresson 19 marzo-15 maggio 2015 Biella, info e orari
La fondazione Cassa di Risparmio di Biella e la Fondazione Pierre Gianadda presentano la mostra “Henri Cartier-Bresson. Collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran. La fondazione Pierre Gianadda a Biella”.
LA CORNICE DI PALAZZO GROMO LOSA – La mostra sarà aperta al pubblico da sabato 19 marzo a domenica 15 maggio 2016 nei suggestivi spazi di Palazzo Gromo Losa a Biella, dimora storica il cui nucleo originario risale al tardo medioevo, collocata nel centro storico della città, circondata da un ampio giardino all’italiana e recentemente restaurata dalla Fondazione con l’obiettivo di farne un centro di riferimento per il territorio, dedicato ad attività culturali e sociali di diversa natura.
LE OPERE – L’esposizione presenta un corpus di opere del grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson, tratte dalla collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran, di proprietà della Fondazione Svizzera Pierre Gianadda.
– Questo insieme eccezionale di fotografie costituisce una raccolta sorprendente, ricca e complessa, nonché la più consistente di opere di Cartier-Bresson in mani private.
– Si tratta di 226 stampe ai sali d’argento donate nel corso degli anni da Henri Cartier-Bresson all’artista suo amico Sam Szafran. Entrambi erano a loro volta amici di Léonard Gianadda, alla cui Fondazione Szafran e la moglie decisero di donare la collezione dopo la scomparsa del fotografo.
– La mostra porta in Italia oltre 200 stampe originali di questa incredibile raccolta di immagini in bianco e nero.
CARTIER-BRESSON E SZAFRAN – L’amicizia tra Cartier-Bresson e Szafran è durata più di trent’anni, ma è nel 1972 che la collezione Szafran ha cominciato a prendere forma. I due si erano incontrati a Parigi, in occasione di una mostra in cui Sam esponeva alcuni disegni a carboncino. Cartier-Bresson, il quale aveva studiato arte ma aveva trascurato la pratica del disegno dopo aver scoperto la fotografia, chiese a Szafran di dargli lezioni di disegno.
– Cominciò allora tra i due amici uno scambio straordinario, in cui la fotografia giocava quasi il ruolo di lettera. Regolarmente, Henri Cartier-Bresson attingeva dai suoi archivi delle stampe originali per il suo “caro amico” Sam. Accompagnava quasi sempre le fotografie con una dedica, una riflessione, un gioco di parole, calembours o versi improvvisati.
LE FOTOGRAFIE SCELTE – La collezione è un riflesso fedele dell’intera opera di Henri Cartier-Bresson. Tra le fotografie scelte per l’amico nel corso degli anni si ritrovano infatti le tracce dei viaggi di Cartier-Bresson, i suoi numerosi incontri con gli artisti, come Alberto Giacometti, Henri Matisse, Pierre Bonnard, ma anche Edith Piaf, Pablo Picasso, Jeanne Moreau… E poi foto di gioventù, di grandi incontri, di momenti storici, paesi lontani, volti amati e visi di artisti e scrittori.
– Queste immagini permettono di scoprire lo straordinario universo di Henri Cartier-Bresson, il suo sguardo vivo, penetrante, divertito e libero sul mondo.
LO STILE “CANDID” – Henri Cartier-Bresson è stato un artista fondamentale per la storia della fotografia. Tra i fondatori dell’Agenzia Magnum, fu inventore del reportage contemporaneo e dello stile fotografico detto candid, caratterizzato dalla mancanza di messa in posa dei soggetti. Le sue opere catturano la realtà nel suomomento decisivo, espressione che sarà anche il titolo del suo libro più celebre, pubblicato nel 1952: un portfolio di 126 foto, con la copertina disegnata da Henri Matisse.
– La fotografia era per Cartier-Bresson il riconoscimento in una frazione di secondo del significato di un evento, il momento che l’artista deve saper cogliere prima che sia perso per sempre. Dietro l’eleganza compositiva delle immagini di Henri Cartier-Bresson non c’è infatti nulla di studiato: il suo era un approccio documentario, ma è una documentazione istantanea e istintiva, possibile solo se il fotografo, a sua volta coinvolto nella scena che intende catturare, mette sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore, come amava dire il fotografo francese.
LA POETICA DEL QUOTIDIANO – Gli scatti rigorosamente in bianco e nero di Cartier-Bresson ritraggono spesso scene quotidiane, rivelando la sua ossessione per la rappresentazione della vita e il suo desiderio di non influenzare in alcun modo il soggetto con la sua presenza. Usava una Leica 35 mm con lenti 50 mm, resa meno appariscente colorando di nero le parti cromate della macchina. Sceglieva obiettivi naturali, simili alla percezione visiva umana, non amava il flash o le didascalie, stampava integralmente il negativo senza alcuna manipolazione nella camera oscura e non esitava a usare immagini mosse o sfocate.
– La sua poetica è ben riassunta nel reportage realizzato in occasione dell’incoronazione di Re Giorgio VI e della Regina Elisabetta per il settimanale francese Regards, nel ’37, che gli valse la pubblicazione della sua prima foto giornalistica: Cartier-Bresson non scattò alcuna foto alla coppia reale o al corteo. Si concentrò invece sugli spettatori, regalando ai posteri una galleria di immagini capace di rendere alla perfezione lo spirito di quella giornata storica.
MOSTRE CORRELATE – In parallelo all’esposizione dedicata a Henri Cartier-Bresson, la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella presenta presso lo Spazio Cultura della Fondazione a Biella la mostra correlata a ingresso gratuito Omaggio alle origini italiane di L. Gianadda. Ricerca a cura dell’Istituto E. Bona e della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, da sabato 19 marzo sino a domenica 15 maggio 2016.
Henri Cartier-Bresson, Collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran. La Fondazione Pierre Gianadda a Biella.
– Da sabato 19 marzo a domenica 15 maggio 2016.
– Palazzo Gromo Losa, Corso del Piazzo, 24 Biella
– info: 015 0991868 |spazio.cultura@fondazionecrbiella.it
Orari Palazzo Gromo Losa
– Venerdì 15.30-19.00
– Sabato 15.30-19.00
– Domenica 10.00-13.00-15.30-19.00
Biglietti
– Il costo del biglietto è di Euro 5.00.
– Sono previste riduzioni per particolari categorie.
– Visite guidate disponibili su prenotazione
Foto in evidenza: wikipedia.org