Cultura e Società

Al via la nuova rassegna dei Pianisti del Lingotto con il recital di Fazıl Say

Il funambolico pianista e compositore turco fra jazz, pianismo romantico e folklore

Da quasi trent’anni incanta il pubblico di tutto il mondo con il suo talento incontenibile e multiforme in bilico tra la forma del virtuoso e l’improvvisazione da jazzista.

Definito un «genio» da Le Figaro, si è affermato grazie al suo eccentrico modo di interpretare i classici e alla sua rara sensibilità per ogni genere. È il pianista e compositore turco Fazıl Say il protagonista del concerto che martedì 17 dicembre, alle 20.30, segna l’avvio della nuova rassegna dei Pianisti del Lingotto in Sala 500.

Già ospite dei Concerti del Lingotto nel 2005 con la Rhapsody in Blue di Gershwin accanto alla Baltimore Symphony Orchestra diretta da Yuri Temirkanov, Say inaugura il ciclo che a partire da questa stagione Lingotto Musica dedica al pianoforte e alla letteratura per lo strumento dal barocco alla contemporaneità.

Nel suo recital al confine fra jazz, pianismo romantico e folklore, Say si misura con l’ultima Sonata di Schubert, la KV 331 mozartiana con il suo celebre Allegretto alla turca e un proprio lavoro nato ai tempi della pandemia, Yeni hayat (New Life).

Funambolico pianista dalle dita d’acciaio, Fazıl Say (1970)

Ha ricevuto le prime lezioni da Mithat Fenmen, allievo di Alfred Cortot a Parigi. Intuendo il talento del ragazzo, Fenmen lo obbligava ogni giorno a improvvisare alla tastiera prima di dedicarsi agli esercizi abituali. Questo contatto con processi e forme creative libere è considerato la fonte del genio improvvisativo e della visione estetica di Say.

Nel 1986 il compositore Aribert Reimann ebbe l’opportunità di sentirlo durante una visita ad Ankara e pregò il suo accompagnatore, il pianista David Levine, di fare lo stesso con queste parole: «Lo devi ascoltare, questo ragazzo suona come un diavolo». Dal 1987 Say ha perfezionato la sua formazione di pianista classico con Levine, prima a Düsseldorf e poi a Berlino.

In veste di compositore, ha scritto opere commissionate, fra gli altri, da Boston Symphony Orchestra, Orpheus Chamber Orchestra e BBC, Festival di Salisburgo, WDR, Münchner Philharmoniker, Schleswig-Holstein Musik Festival, Wiener Konzerthaus, Dresdner Philharmonie e Fondation Louis Vuitton.

Il suo catalogo comprende cinque sinfonie, due oratori, vari concerti solistici e opere per pianoforte e musica da camera. Dopo la vittoria all’International “Young Concert Artists” Competition di New York nel 1994, ha suonato con le orchestre e i direttori più rinomati.

In sede cameristica, ha collaborato con Patricia Kopatchinskaja, Maxim Vengerov, Minetti Quartett, Nicolas Altstaedt e Marianne Crebassa. Le sue incisioni di opere proprie e di Bach, Mozart, Beethoven, Chopin, Musorgskij, Stravinskij, Gershwin hanno vinto vari premi, fra cui quattro ECHO Klassik e un Gramophone Award.

Già artista in residenza presso numerose sale, orchestre e festival prestigiosi, ha ricevuto il Rheingau Music Prize nel 2013, il Premio Internazionale Beethoven a Bonn nel 2016 e il Premio musicale della città di Duisburg nel 2017.

Ateo dichiarato inviso agli islamici radicali, si è più volte espresso in difesa della libertà di espressione ricevendo anche una condanna per insulti alla religione via Twitter (poi annullata) nel 2013 da parte del governo turco.

Apre il programma la Sonata n. 21 in si bemolle maggiore D. 960 di Franz Schubert, l’ultima delle tre Sonate composte dall’autore nel settembre 1828, a poche settimane dalla morte. La prima esecuzione si tenne a Vienna in forma privata, un giorno esatto dopo la conclusione della partitura: fu Schubert stesso a interpretarla in una serata musicale in casa del dottor Ignaz Menz.

Pervasa da un lirismo senza fine e dilatata nelle proporzioni, è considerata una sorta di testamento spirituale del compositore. Segue la giovanile Sonata n. 11 in la maggiore KV 331 di Wolfgang Amadeus Mozart, divenuta celeberrima grazie allo spettacolare Allegretto alla turca finale, vivace reazione alla moda della turquerie diffusa in tutta Europa a fine Settecento.

La pagina è inclusa nel monumentale ciclo integrale delle Sonate per pianoforte di Mozart inciso da Say al Mozarteum di Salisburgo nel 2016 per Warner Classics. Chiude la serata la Sonata op. 99 Yeni hayat (New Life) composta da Fazıl Say per il suo primo concerto post-pandemia nel luglio 2021. Caratterizzato da una grande sperimentazione timbrica, il brano esprime il miscuglio di incertezza, ansia e speranza seguito a quella tragica esperienza globale.

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