Intervista a Sonia Wild (Snei Ap), cinque ragazze e un sogno rock
L’Italia sta scoprendo sempre di più il rock ed è interessante viaggiare per scoprire nuovi gruppi. Dall’Emilia Romagna arriva, per stupire, una alternative rock band tutta al femminile: le Snei Ap.
A raccontarci la storia di queste cinque grintose ragazze è la batterista Sonia Wild. Un viaggio in un mondo di amicizia e di voglia di emergere a suon di canzoni incredibilmente travolgenti come le onde del mare. Ecco cosa ci ha raccontato:
Ciao Sonia, raccontaci come nascono le Snei Ap
Le Snei Ap nascono undici anni fa da un’idea mia e della prima chitarrista del gruppo. Io volevo fare un tributo femminile ai Guns N’ Roses e ho messo un annuncio a cui risponde Chiara “Attila”.
Lei mi disse: “Mi piace la tua idea, ma non faremo cover”. Sulle prime ci rimasi un po’ e decisi quindi di incontrarla per capire meglio questa persona. Ci siamo incontrate una sera, lei era di Napoli e si era appena trasferita da poco, e lei aveva già trovato altre ragazze!
Insistette sui pezzi originali, io ero perplessa, ma lei disse già di avere canzoni pronte. Le altre due presenti quella sera erano convintissime e quindi abbiamo iniziato.
I primi sei mesi sono stati sostanzialmente di conoscenza con parecchia birra bevuta e una bella amicizia che stava nascendo. Poi abbiamo iniziato a comporre e non abbiamo davvero mai fatto cover.
Pian piano siamo riuscite a mettere insieme dieci canzoni che sono andate a finire nel nostro primo disco. Poi, non ti nego, una formazione femminile è difficile da mantenere.
Spiegaci
Io dico sempre che una formazione femminile è una laurea ad honorem in psicologia. Le donne spesso hanno tante priorità e, soprattutto quando si è molto giovani, può essere difficile mettere la musica per prima.
La formazione delle Snei Ap è cambiata più di una volta. Io e Chiara “Attila” siamo rimaste per cinque anni. Il quinto anno è entrata l’attuale cantante, Angela “Angie” Prati, che faceva parte di un tributo femminile agli Iron Maiden.
Il gruppo si è poi rinnovato fino ad arrivare alla formazione stabile di cinque elementi che siamo oggi.
Come create una canzone?
Inizialmente beviamo tantissimo, poi andiamo in sala prove e ci picchiamo… Poi facciamo pace con altra birra e componiamo. (ride)
Battute a parte, si parte da un’idea, ma siamo abbastanza intercambiabili. Molti dei testi delle Snei Ap li ho scritti io e quindi tante volte partiva da me con una base scritta. Da lì la chitarrista proponeva un riff, la bassista andava dietro e così via.
Principalmente componiamo in sala prove portando le idee che ci sono venute. Ci piace molto confrontarci e “picchiarci” insieme.
Ci sono degli artisti che hanno influenzato la vostra musica?
Tutte le formazioni delle Snei Ap hanno portato significativi cambi di genere. A questo dobbiamo quello che è il nostro filone Alternative.
Questa è stata la nostra fortuna: tante influenze diverse che hanno portato al nostro suono.
Tutte noi arriviamo da generi diversi, io arrivo dall’hard rock, il glam e dal metal. Angie, invece, ha portato note più blues e folk. Una delle chitarriste è anche molto metal, l’altra più sul cantautorato e quindi c’è molto margine.
Tra di noi o ci scorniamo o esce un’idea geniale per un pezzo. La sfumatura di grigio proprio non la abbiamo. (ride)
Ci racconti l’esperienza a “Una Voce per San Marino”?
Abbiamo partecipato alla prima edizione di questo contest per candidarsi a rappresentare San Marino all’Eurovision. Ci sono state tante cose positive e tante negative.
Abbiamo avuto diverse problematiche in questa avventura e siamo anche finite in uno scandalo europeo. Nostro malgrado siamo state per tre mesi su vari giornali europei!
Noi ci siamo andate assolutamente senza filtri in questa manifestazione, ma abbiamo scelto di parlare per tutelare anche i musicisti che ci sarebbero stati dopo di noi.
Siamo arrivate comunque sedicesime, unica band rimasta in gara, e quindi come risultato arrivare alle semifinali è stato certamente notevole.
Durante però queste semifinali ci siamo rese conto che qualcosa non andava. Una cantante ceca aveva infranto il regolamento quattro volte. Alla quarta volta abbiamo protestato fermando il festival per ben due ore… Dagli organizzatori e dai giudici ci siamo fatte spiegare cosa non avevamo capito.
Il brano della ragazza in questione superava la lunghezza di 3 minuti di quasi un minuto. Il pezzo, poi, non era neanche inedito e già con moltissime visualizzazioni su Youtube. Fatto tutto questo enorme macello la cantante è stata squalificata.
Nostro malgrado però i followers di questa musicista si sono riversati contro di noi credendo che ci fosse stata una diatriba tra donne. Solo dopo la sua ammissione di questi errori siamo riuscite a venirne fuori pulite.
Si era anche creato l’hashtag iostoconlesneiap! Noi non ci abbiamo guadagnato nulla da questa cosa, anzi abbiamo denunciato le violazioni del regolamento quando avevamo già la certezza che saremmo andate a casa.
Questa è stata la nostra esperienza tra un ottimo risultato e tutto questo putiferio.
“Viaggio” è una canzone molto potente e il video è divertente
Abbiamo cercato di unire la linea precedente in inglese alla lingua italiana. C’è una difficoltà di base: l’italiano è molto più melodico e chiama dunque sonorità in tal senso. Fondamentale nel lavoro è stato il nostro produttore Luca Pretorius di Kaboom Studio (Reggio Emilia) per mantenere la linea del nostro alternative.
Nel video c’è qualcuno che picchia… Prima si diceva delle “risse” in fase di composizione e direi che quindi c’è chi è avvantaggiato
Tutte insieme facciamo dei danni incredibili. La prima data che abbiamo fatto per presentare Viaggio ha visto il licenziamento del fonico del locale la sera stessa. Abbiamo letteralmente paura di uscire! (ride)
Dove passiamo siamo dei bei terremoti e a volte tocca dire “Non siamo state noi”.
La bassista, comunque, è quella che picchia e io abbandono gli uomini al ristorante. Ognuna ha il suo, no?
Progetti per il futuro?
Siamo in piena composizione per quello che sarà il nostro primo EP in italiano. Ci saranno 4/5 tracce più una cover molto speciale.
Con le band cerchiamo spesso di capire i “ruoli”. Tu sei quella più responsabile, casinista o precisa?
Facendo comunicazione e marketing sono molto informata su quello che è questo mondo. Quasi un anno fa ho letto un libro che si chiama “Il mondo è pieno di cretini” e che suddivide le persone in macrocategorie di colori. Io, in questa “Legge dei Power Rangers”, ho suddiviso le ragazze in colori.
Praticamente, per spiegarla velocemente, al mondo esistono quattro macrocategorie di colori che sono rosso, verde, giallo e blu. Noi nella band abbiamo tutti questi colori!
Le persone blu sono quelle più logiche e precise. Giulia “Foxy”, l’ultima chitarrista entrata nella band, è una blu pura… Lei è precisissima, ogni dettaglio è suo e se non fosse per lei che cura la parte tecnica noi saremmo morte.
Poi c’è il giallo. Le persone con questo colore sono perennemente allegre, con il sorriso e trovano tutto bello. Qui c’è Giulia “Jude”!
Angie, la cantante, è verde. Le persone verdi hanno una predilezione per gli altri e lei, infatti, è quella sempre attenta a mantenere il gruppo unito. Ha sempre una parola buona e riesce a dare un po’ una forma al gruppo.
Io e la bassista siamo il problema: siamo le rosse. Le persone con questo colore vanno come un treno e non si fermano.
La combo di tutte noi forma la perfezione e il mio ruolo è quello di essere al di sopra per dividere al meglio i ruoli.
Ultima domanda: invogliamo i lettori ad ascoltare le Snei Ap
Se avete mai trovato una band con un nome così strano e vi state chiedendo cosa significa… Beh, allora dovete ascoltarci. E non ve lo dirò cosa vuol dire!
Scherzo, ma vi racconto un aneddoto dall’Eurovision sul nome della band. Ci hanno chiesto se Snei Ap fosse l’acronimo di A Penis e io ho ribaltato la cosa dicendo che Snei Ap non vuol dire niente. E quindi non vuole dire un…
Siamo semplicemente cinque ragazze che si divertono sul palco e il nuovo EP sarà un’estensione di noi. Il palco è la nostra essenza. Nelle canzoni ascoltate quello che c’è dentro e nel palco vedete quello che c’è fuori.
(Alessandro Gazzera)
Foto in evidenza: Antonio Chirivi