Intervista a Kyle Hughes, il batterista inglese si racconta a CronacaTorino
Ancora rock su CronacaTorino con il giovane e talentuoso batterista del Newcastle, Kyle Hughes.
Il musicista inglese vanta collaborazioni con musicisti del calibro di Marco Mendoza, Ron Thal e Graham Bonnet. Di certo, però, la sua bravura non si fermerà qui e sentiremo parlare di lui sempre di più nei prossimi anni.
A CronacaTorino ha raccontato il tour con Marco Mendoza e i progetti per il futuro.
Ciao Kyle, come stai? Cosa ci racconti di questo periodo?
Ciao, in questo momento mi sto preparando per proseguire il tour con Marco Mendoza. La prima parte è stata davvero bella e con molto pubblico. Ora continuiamo!
Veniamo da un momento molto difficile per tutti con la pandemia che ha cambiato la vita di tutti.
Sì, è stato davvero pazzesco per tutti. Nei primi mesi del lockdown qui in Inghilterra nessuno era preparato a quello che stava per accadere. Sono grato di aver potuto ricominciare a suonare e fare musica tra ottobre e novembre dello scorso anno.
Come è iniziata la collaborazione tra te e Marco Mendoza?
Grazie a un amico di Newcastle, anche lui musicista. Ci siamo incontrati per la prima volta a Londra e abbiamo chiacchierato molto.
Nel 2018 ero con Ron “Bumblefoot” Thal in Romania per il suo tour quando ho ricevuto una e-mail da Marco che mi chiedeva di unirmi alla band. Era il 2018 e da allora posso dirvi che ci siamo divertiti molto con momenti stupendi.
Tornando a te, quando hai iniziato a suonare la batteria?
Ho iniziato a suonare la batteria all’età di 6 anni, ma di certo non pensavo che sarebbe diventato il mio lavoro. Ho visto tutto come un hobby e solo quando, a 9 anni, ho suonato con la band di mio padre per la festa di pensionamento di mia nonna ho iniziato a fare altri pensieri.
Abbiamo suonato “Walking by myself” e ho iniziato a rendermi conto che mi piaceva molto stare su un palco. Diventai una sorta di guest nella band di mio padre e a 13 anni entrai in pianta stabile. Quello fu l’inizio di tutto.
C’è stato un musicista a cui ti sei ispirato?
Certamente. Ricordo il primo concerto che vidi dei Thin Lizzy e l’assolo di batteria di Tommy Aldridge. Ecco, quello fu un altro momento dove dissi: “Hey, voglio farlo anche io”.
Tommy è uno dei miei eroi, recentemente ci siamo anche conosciuti ed è stato davvero emozionante. Poi ce ne sono stati altri come Lars Ulrich dei Metallica che mi hanno influenzato.
Prima hai menzionato Ron “Bumblefoot” Thal. Puoi dirci com’è lavorare con lui?
Ron è un caro amico da tanti anni ormai. Parliamo di un vero genio della chitarra, a un livello completamente superiore.
Stiamo lavorando al suo nuovo disco ed è una esperienza davvero stimolante. Porta sempre nuovi approcci e nuove vie per fare musica.
Progetti per il prossimo futuro?
Adesso c’è il tour con Marco Mendoza, poi raggiungerò Graham Bonnet con cui ho lavorato per il nuovo disco in una delle canzoni. In programma c’è anche, come dicevo prima, il disco di Ron. Ho anche una serie di progetti che annuncerò appena potrò e quindi seguitemi. Sono decisamente molto impegnato, ma sono davvero felice.
Sappiamo che tu e il nostro amico Mike Keneally vi conoscete bene. Possiamo sperare di vedervi collaborare presto?
Mike è davvero un musicista incredibile e una persona con un cuore enorme. Ci siamo incontrati e abbiamo suonato al NAMM Show nel 2018 con Bryan Beller al basso e Travis Larson alla chitarra. So che Mike è sempre molto impegnato, ma mi piacerebbe sicuramente lavorare con lui se ci sarà l’opportunità.
C’è un musicista con cui vorresti collaborare?
Ce ne sono tanti… Lady Gaga, John Mayer, Richie Kotzen, Ghostemane e ovviamente Mike Keneally! Adoro la sua canzone “Cause the Breakfast”.
Ultima domanda: il tuo messaggio per i fans italiani.
Voglio ringraziare tutti i fans italiani per il loro supporto, spero davvero di tornare presto in Italia. Suonare nel vostro Paese è sempre un grande piacere e non vedo l’ora che succeda di nuovo.
(Alessandro Gazzera)