Dalla Regione quasi 70 milioni a sostegno del sistema neve del Piemonte
Il presidente Cirio e l’assessore Gallo: una parte dei fondi destinata agli impianti per le Universiadi 2025. Cinquanta milioni agli enti locali per progetti di potenziamento delle oltre 50 stazioni piemontesi
Il Piemonte stanzia quasi settanta milioni per supportare il sistema neve, una cifra senza precedenti per il comparto dello sci invernale. E’ quanto la Regione mette a disposizione dell’industria dello sci con il “bando neve” approvato questa mattina dalla giunta regionale e nel quale una quota a parte, circa 10 milioni, andrà a sostegno degli impianti che saranno utilizzati per le Universiadi 2025 che si svolgeranno a Torino e in altre cinque località della provincia dal 13 al 23 gennaio.
«In questi anni abbiamo sostenuto il sistema neve con risorse importanti sia per quanto riguarda gli investimenti sia per l’innevamento. Con questa nuova dotazione di quasi 70 milioni sosteniamo lo sviluppo, la valorizzazione e la riqualificazione degli sport montani, secondo un piano di sostenibilità paesaggistica, ambientale ed energetica – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – L’obiettivo è potenziare il patrimonio impiantistico delle aree sciabili e l’offerta turistica sulla base di progetti che sono stati frutto di un elaborato lavoro di confronto con le amministrazioni pubbliche e le associazioni degli esercenti degli impianti a fune. La neve è un patrimonio della nostra regione così come il turismo che genera, che continua a crescere soprattutto tra gli stranieri».
«Il bando conferma l’attenzione che la Regione Piemonte da sempre dedica all’industria della neve, una delle voci più importanti della nostra economia – aggiunge l’assessore allo Sviluppo della Montagna e al sistema Neve Marco Gallo -. Un’attività che i cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio ma che non possiamo permetterci di perdere poiché rappresenta un capitolo troppo importante per il reddito di molte vallate, anche se di pari passo si dovrà lavorare a un turismo alpino che nel tempo sappia se non affrancarsi, almeno essere alternativa e complementare al mondo dello sci, come confermano gli investimenti per interventi per il potenziamento del turismo estivo».
Il bando prevede sei diversi tipi di intervento: potenziamento delle piste da sci e degli impianti di innevamento programmato, acquisto di mezzi battipista, installazione di nuovi sistemi di controllo degli accessi, realizzazione di snow park, revisioni generali, dismissione di impianti di risalita non più utilizzati. Una misura, quest’ultima, che per la prima volta consentirà di imprimere una svolta importante nel segno della tutela ambientale in stazioni dove da decenni si segnalano impianti dismessi.
Destinatari delle risorse che verranno erogate tramite bando le Province e la Città metropolitana di Torino, i Comuni, le Unioni di Comuni e le associazioni tra enti costituite specificatamente per partecipare alla gara. La somma per contributi in conto capitale a fondo perduto sarà destinata per il 95% agli investimenti per lo sci di discesa e per il rimanente 5% allo sci di fondo tenendo conto del fatturato complessivo delle stazioni sciistiche del Piemonte, che sono oltre 50 con 1350 chilometri di piste e 14 snowpark.
Tra gli altri, i finanziamenti derivanti dall’Accordo per la coesione, serviranno per realizzare l’impianto di skiroll e biathlon a Pragelato (7,5 milioni) e per interventi a Bardonecchia (2,7 milioni), teatro delle gare di sci alpino, snowboard e freestyle delle Universiadi. Mentre una parte dei fondi di sviluppo e coesione del “pacchetto neve 2024” serviranno per i Giochi mondiali universitari invernali 2025 che, per la quinta volta nella loro storia, si terranno a Torino e dintorni.
Più in generale, secondo le stime di Anef Torino (Associazione nazionale degli esercenti funiviari) il sistema degli impianti di risalita piemontese genera un ritorno dal valore di un miliardo di euro nell’indotto. Con 3 milioni di giornate di sci ogni anno e 1200 addetti impiegati, il Piemonte si conferma infatti il terzo polo a livello italiano mentre il comprensorio della Via Lattea – tra l’Alta Val Susa e la val Chisone – si è conquistato un posto tra le prime 13 stazioni sciistiche a livello mondiale. Il solo «turismo dello sci» ha un valore che oscilla fra i 260 e i 374 milioni di euro, frutto di una componente di spesa per il pernottamento e di ulteriori 90 milioni derivanti dalle spese varie fatte dai turisti tra noleggio attrezzature, lezioni di sci, bar e ristorazione. E tra gli occupati dell’indotto – accanto a tutto il personale dell’accoglienza invernale – vanno compresi 3083 maestri di sci iscritti all’Albo.