Economia

Coldiretti Asti si unisce al grido: “non è questa l’Europa che vogliamo!”

Ci vuole un’Europa più coraggiosa, meno ideologica e vicina ai problemi reali

“Per salvare l’agricoltura europea e la sicurezza alimentare di 400 milioni di cittadini ci vuole un’Unione Europea libera dai condizionamenti dei tecnocrati. Diversamente, la UE rischia l’implosione”.

Questo, è il messaggio scandito dalle migliaia di agricoltori di Coldiretti, inclusa la folta delegazione della Federazione Provinciale astigiana, che, oggi, sono scesi pacificamente in piazza a Bruxelles al grido di: “Non è questa l’Europa che vogliamo”, per denunciare la deriva autocratica imposta da Von der Leyen, nel togliere risorse alle imprese agricole e al cibo sano, per finanziare i carri armati, minando così anche la salute dei cittadini consumatori. Un piano che appare come un attacco alle fondamenta della sovranità alimentare dell’intero continente, in un momento in cui tutte le altre potenze investono sempre di più nell’agricoltura, ritenuta da tutti, tranne che dall’Europa, una risorsa strategica.

Sono a centinaia i cartelli esibiti dai manifestanti e, tra gli altri, riportano: “Von der Leyen go home”, “Contro i contadini non si governa”, “Affamate chi vi sfama”, “Fuori gli autocrati dall’Europa”, “A Bruxelles si taglia, nei campi si chiude”.  “Von der Leyen non è assolutamente in grado di gestire il ruolo istituzionale che ricopre e di comprendere il grande bisogno di Europa, ma di un’Europa diversa, più coraggiosa, meno ideologica e più vicina ai problemi reali” precisa Coldiretti.

Assieme al presidente e al segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo, sono presenti agricoltori e agricoltrici provenienti da tutta Italia, compresi molti giovani che saranno le prime vittime della riduzione del 25% dei fondi della Politica Agricola Comune e della sua diluizione in un fondo unico.

Il taglio netto di 9 miliardi per la sola Italia (90 miliardi a livello europeo) è una decisione irresponsabile che provocherà il tracollo della produzione agroalimentare di bandiera ed europea, favorendo un boom di importazioni da Paesi come quelli del Mercosur, privi degli stessi standard su utilizzo di pesticidi, protezione ambientale e diritti dei lavoratori” precisa la presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “Quello del Mercosur, infatti, è un accordo ancora denso di lacune, che non vengono sanate neppure dagli emendamenti recentemente approvati dal Parlamento europeo. Secondo Coldiretti, l’accordo potrà essere approvato solo dopo l’introduzione reale e vincolante dei principi di salvaguardia e di piena reciprocità, e non di clausole formali o strumentali”.

“Le guerre e i conflitti commerciali di questi ultimi anni hanno fatto emergere la centralità del cibo e la necessità di sviluppare filiere agroalimentari quasi autonome”. sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. “La Cina, nell’ultimo vertice esteso a Russia, India e Brasile, ha posto la filiera alimentare al top delle priorità. Gli Usa, con il Farm Bill, destinano all’agricoltura risorse quadruple rispetto all’Europa. E l’Ue taglia i fondi in maniera folle: 90 miliardi in meno, di cui 9 per l’Italia. In questo modo, Von der Leyen impedisce di produrre cibo di qualità per la salute degli europei e di potenziare le esportazioni. Gli altri Paesi agiscono per salvaguardare le proprie produzioni, mentre l’Europa è oggi incapace di proteggere i suoi settori chiave. Senza investimenti perderemo competitività, innovazione e slancio vitale. Da un lato l’Ue favorisce l’ingresso di prodotti coltivati con pesticidi e sfruttamento del lavoro, dall’altro massacra le nostre aziende con la burocrazia, accanendosi spesso su chi è più debole. Non siamo contro gli accordi commerciali, ma servono reciprocità e regole uguali per tutti”.

Noi siamo europeisti per vocazione: non esiste un altro settore produttivo, in Italia, che abbia avuto più dell’agricoltura e dell’agroalimentare un rapporto così profondo e continuativo con il meccanismo europeo” precisa il Segretario Generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “Ma questa Europa ha bisogno di uscire dal coma in cui la stanno gettando i tecnocrati. Diciamo no al furto dei fondi degli agricoltori per pagare bombe e carri armati. Ci battiamo contro la deriva autocratica di una Commissione che ha completamente marginalizzato il Parlamento, eletto dai cittadini, e ostracizza corpi intermedi, rappresentanze e sindacati, reputati ancoraggi democratici che ne intralciano il percorso. Serve un’Europa diversa”.

Per l’occasione Coldiretti ha diffuso un manifesto programmatico, che inizia con un netto no al Fondo Unico Agricolo: servono risorse certe e regole distinte per la Pac, per garantire sicurezza agli agricoltori e cibo di qualità ai cittadini consumatori. Serve l’etichettatura obbligatoria con indicazione del Paese di provenienza, per fermare l’inganno sul falso made in Italy, al danno dei consumatori.

Chiediamo maggiori risorse per sostenere il reddito agricolo, garantendo cibo buono e distintivo contro l’aumento degli ultra-processati, causa di malattie croniche”, chiosa da Bruxelles il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso. “Proponiamo progetti territoriali con mercati contadini, scuole e mense per promuovere stili alimentari sani basati su prodotti naturali e locali. Considerato che gli agricoltori sono i custodi dell’ambiente, servono anche risorse dedicate alle aree interne e montane per conservare il territorio. In ultimo, ma non ultimo, Coldiretti denuncia la burocrazia Ue, che soffoca e schiaccia le aziende agricole”.

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