Papa Francesco sempre più vicino ai poveri. Prete: “Le Istituzioni come la Chiesa concretizzino con fatti il loro aiuto ai più bisognosi”
“I poveri non sono una tendenza, una moda da seguire oggi ma che domani passa e finisce nel dimenticatoio. Apprezzo moltissimo il Messaggio del Papa presentato questa mattina (26 giugno 2017, ndr) e mi auguro che venga letto in ogni chiesa dai parroci affinché tutti, adulti e bambini, benestanti e i più fortunati, possano comprendere la povertà nelle sue forme più diverse”.
Sono queste le dichiarazioni del cavaliere della Repubblica Italiana, Giuseppe Prete, fondatore del Movimento Gente Onesta, che dopo aver letto il Messaggio scritto da Papa Francesco in occasione della prima Giornata Mondiale dei Poveri che quest’anno sarà celebrata il 19 novembre con una celebrazione nella Basilica di San Pietro ha esortato la politica ad accentuare il proprio impegno verso coloro che vivono la crisi economica italiana in maniera più drammatica. “Da sempre la Chiesa ha aperto le porte ai più deboli, sento molto l’esempio altissimo di San Filippo Neri che non soccorreva i poveri ma partiva da più basso, lui iniziava la sua carità rivolgendosi ai bambini orfani che popolavano i vicoli insicuri della Roma cinque e seicentesca.
Papa Francesco mi ricorda spesso la figura di questo Santo della Chiesa cattolica e mi fa tornare alla mente le sue parole: ‘non pensate a essere maestri di Spirito, pensate prima a regalare voi stessi’. Regalare se stessi al prossimo significa innanzitutto prendere coscienza del vero significato della povertà, trascorrere del tempo con questo, ascoltarlo, aiutarlo se ha bisogno, fare in modo che ritrovi la speranza perduta”.
Quelle del dottor Giuseppe Prete sono delle considerazioni nate sulla strada, e cioè a seguito del suo “stare” – questo il verbo utilizzato dal Papa nel Messaggio odierno – con gli ultimi. “Mi capita spesso di passeggiare di sera per le strade delle diverse città dove mi trovo per lavoro. Sia a Roma che a Napoli l’ho fatto di recente avvicinandomi ai senzatetto che dormono sotto i portici delle stazioni e offrendo loro un pasto e un sostegno morale. Non mi sono meravigliato quando Papa Francesco, appena eletto, ha iniziato a concentrare i suoi interventi pubblici, dalle omelie del mattino agli Angelus della domenica, sugli ultimi, esortando tutti gli uomini di buona volontà a sconfiggere la cultura dello scarto che fa male a noi stessi e alla società in cui viviamo e nella quale – cosa essenziale- i nostri figli cercano di costruirsi un futuro sano”.
Per il leader del MGO, fortemente vicino al sociale e agli ultimi, questo Messaggio rappresenta solo un inizio per la società, una sorta di impulso a trasformare le parole in fatti, a concretizzare progetti di solidarietà ampliandoli e promuovendoli con l’aiuto della Chiesa e delle Istituzioni politiche locali e nazionali. Nel documento, infatti, il Papa invita i cristiani, e tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro confessione religiosa, di farsi promotori di iniziative solidali e inclusive.
Con l’istituzione di questa particolare e del tutto inedita giornata, pertanto, il Pontefice ha voluto introdurre una sfida nella Chiesa e nella società la quale “consiste nell’uscire dall’indifferenza, dalle certezze e comodità che spesso sono i luoghi privilegiati di una cultura benestante, per riconoscere che la povertà costituisce anche un valore con cui confrontarsi”, ha precisato il regista del Giubileo della misericordia conclusosi nel novembre scorso e tutto incentrato proprio su una cultura dell’incontro in cui siano assenti mura e recinti innalzati da egoismi e paura.