Intervista a Karlo e Fra, il rock dei The BlackLava su CronacaTorino
Continuiamo il viaggio tra artisti giovani con una band torinese: The BlackLava. Il gruppo, fondato del 2014, ha dimostrato sin dalla sua fondazione di essere un intrigante mix tra il rock anni ’70 e le sfumature del grunge. A raccontare a CronacaTorino le origini della band ci hanno pensato Karlo (voce del gruppo) e Fra (chitarra). Un viaggio che comincia con il nuovo singolo “My Quarantine” e prosegue con la scoperta di questo rock Made in Torino. Ecco cosa ci hanno raccontato:
Ciao ragazzi, comincio chiedendovi della vostra nuova canzone “My Quarantine” e del periodo di quarantena che abbiamo passato…
Karlo: C’è stata una bellissima partecipazione per questa canzone. Abbiamo avuto interazioni da tutto il mondo ed è stato veramente incredibile.
Lavorativamente parlando siamo rimasti a casa e quindi, non potendo suonare insieme, abbiamo dovuto trovare metodi alternativi. C’è stato un iniziale periodo di assestamento, ma poi abbiamo iniziato il lavoro e vorremmo fare anche i prossimi pezzi sfruttando le tecnologie che abbiamo a disposizione.
A livello personale ce la siamo passata bene direi. Il nostro batterista e il nostro bassista hanno lavorato in Ospedale durante questa emergenza.
Diego (il batterista) ha visto veramente la situazione da vicino in un reparto Covid, ma con noi fuori è sempre stato molto positivo e solo adesso comunque ci ha raccontato qualcosa di quello che succedeva.
Fra: La quarantena è andata molto meglio di quello che mi immaginavo all’inizio sinceramente. Abbiamo continuato a comporre e a fare musica.
L’idea della canzone è venuta a Carlo e poi abbiamo lavorato per proporre qualcosa con un arrangiamento. Abbiamo cercato di fare qualcosa di emozionante e il video ha avuto una partecipazione davvero pazzesca.
Credo sia venuto fuori qualcosa di davvero bello e soprattutto spontaneo nel raccontare un periodo che stavamo vivendo.
Parlando della band invece: come nasce il gruppo e da cosa ha origine il nome BlackLava?
Karlo: La band nasce nel 2014 e negli anni sono cambiati alcuni componenti fino ad arrivare a oggi. Il nome arriva dal nostro batterista, era appena tornato dalla Turchia ed è una storpiatura di Baklava.
Fra: Io e Carlo ci siamo conosciuti in maniera quasi “strana”. Suonavamo in due band diverse, loro poi venivano qui nel mio studio di registrazione e ci siamo ritrovati.
Karlo: La nostra filosofia di base è l’amicizia. Ognuno può avere dei problemi, ma basta parlarne e piuttosto si rallenta. Recentemente siamo stati a cena tutti insieme e ritrovarsi così è stato davvero bello.
Quanto è difficile per una rock band giovane trovare dello spazio in Italia?
Fra: Questa situazione la vivo sicuramente non bene, specialmente in questo periodo. Il feedback maggiore lo hai dall’estero in paesi come Stati Uniti o Germania.
Questa cosa la vedo anche con lo studio di registrazione, seguo diverse band, ma l’attenzione è sempre più spostata verso trap e musica elettronica. C’è sempre meno spazio purtroppo per il rock.
Difficoltà già c’erano nel periodo 2005/2010, ma pur con meno mezzi, era più semplice raggiungere del pubblico.
Come ti dicevo l’attenzione in Italia è spostata verso generi diversi seguendo le mode del momento. La cosa curiosa però è che quando le rock band straniere arrivano qui fanno il tutto esaurito.
Karlo: Sì, purtroppo ci sono pochi ascolti e si preferisce altro. La cosa è ciclica e speriamo si riesca a riavere un certo tipo di spazio perché band valide in Italia ci sono.
Fra: Il rischio poi di seguire troppo le mode è perdere concretamente un gusto musicale…
Avete parlato prima di nuovi pezzi. Possiamo quindi pensare di vedere un vostro disco nuovo?
Fra: Stiamo lavorando su dei pezzi nuovi che seguono i tre singoli elettrici e l’acustico che abbiamo pubblicato. Non escludo un disco, ma il punto è quando convenga oggi fare un album. Siamo forse più orientati su un EP, ma vediamo…
Karlo: Stiamo cercando una casa discografica all’estero, questo soprattutto per andare verso quei mercati che hanno dimostrato un maggiore interesse nella nostra musica.
Fra: Sì, vorremmo bussare alle porte proponendo le nostre canzoni e vedere cosa succede.
Come nascono le vostre canzoni?
Karlo: Il processo creativo, fino a oggi, ha visto me lavorare su dei riff di chitarra semplici e sulla parte vocale. Fra subentra arrangiando il pezzo e poi si lavora sul testo.
Scrivo per lo più ispirandomi alle serie tv che vedo e immaginando le canzoni che potrebbero entrarci bene.
Quali sono le serie che ti hanno ispirato maggiormente?
Karlo: Sicuramente Dark che con le sue atmosfere ha ispirato la canzone “Bones”.
Fra: Se lo fai parlare di questo argomento va avanti una vita. (ride) Bones, come canzone, è nata abbastanza casualmente. Io non ero ancora nella band e Carlo è arrivato in studio con l’idea per questo pezzo… Il risultato? Siamo usciti alle 6 creandola.
Karlo: Altre serie sono Lucifer da cui è tratta “The Devil Inside Me” e un’altra è iZombie. C’è da dire, comunque, che come band tra studio, video e grafica siamo sempre molto produttivi. Come dicevamo prima alla base di tutto c’è l’amicizia e il non lasciare mai nessuno indietro.
Fra: Vero, ci sono state delle date dove abbiamo suonato in due per delle date acustiche. Soldi che magari son finiti nel fondo cassa della band, visto che tutti abbiamo un altro lavoro.
Dove organizzare una serata con una band dei sogni… Chi scegliereste?
Karlo: Dipende, va molto a periodi. Ti direi Crobot e Rival Sons.
Fra: Io invece dico Royal Blood e credo sarebbe pazzesco fare qualcosa con gli Steel Panther
C’è un musicista o una band con cui vi piacerebbe collaborare?
Karlo: Per dei Feat ti direi una voce simile alla mia alla quale potrei “rubare” dei segreti. Penso al cantante dei Crobot e mi sarebbe piaciuto cantare con Chris Cornell e Chester Bennington che sono stati i miei insegnanti.
Fra: Feat sceglierei un big pazzesco per imparare e vivere l’esperienza. Ti direi Justin Hawkins dei The Darkness. Dovessi invece scegliere qualcuno per fare una canzone insieme direi Black Stone Cherry.
C’è un concerto dei vostri che ricorderete per sempre?
Fra: C’è un episodio dello scorso anno che merita…
Karlo: Partiamo fondamentalmente da un punto: la musica e l’esibirsi devono essere qualcosa di divertente. Non ho mai sopportato arrivare otto ore prima a una prova per scoprire che siamo gli unici puntali.
Con tutto il rispetto possibile per tutti noi siamo quelli che arrivano all’ultimo e suonano!
Fra: Tieni presente che non ci vediamo spesso, ma ci sentiamo praticamente tutti i giorni.
Carlo: Verissimo, dunque quella sera dovevamo suonare in questo padiglione. Troviamo un posto per la cena noi e le nostre fidanzate, paghiamo e via in macchina. In quell’occasione siamo letteralmente saltati giù e saliti sul palco… Senza nemmeno accordare gli strumenti! Fu un concerto divertente e davvero bello.
Il vostro messaggio ai nostri lettori
Fra: Mai smettere di ascoltare musica, soprattutto i BlackLava! (ride)
Karlo: Spero che musicalmente si rimanga con quella testa curiosa che era tornata a esserci in quarantena. Ascoltate i BlackLava… Troverete una band genuina, divertente e umile nel suo modo di porsi.
Fra: Tutto quello che sentirete è nostro ed è spontaneo.
(Alessandro Gazzera)