“Caro Goldoni”, sul palco la summa dell’opera goldoniana
Due attori, quattro personaggi. Due servi e due padroni diseredati che vivono in una casa nobiliare venduta, pezzo a pezzo, per pagare i debiti di gioco del padrone e che si ritrovano risucchiati in un frenetico turbinio di equivoci, intrighi, maneggi e gelosie nel tentativo di salvare il lavoro e l’abitazione. Va in scena venerdì 22 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Monteu da Po (Torino), “Caro Goldoni“, una produzione Crabteatro / Raumtraum.
Con Pierpaolo Congiu, Costanza Maria Frola e Michele Guaraldo, per la regia di Giulio Federico Janni, “Caro Goldoni” è una summa dell’opera goldoniana, una storia nuova raccontata con scene delle sue commedie più belle. Una prova d’attori senza precedenti per uno spettacolo che lascia senza respiro.
“Caro Goldoni” si presenta come un gioco di sguardi e seduzioni, dove i personaggi e le situazioni si rincorrono, dove la risata precede sempre lo sgambetto della sorte. Gli attori escono e rientrano in scena con una forza sempre nuova, entrando e uscendo ogni volta dall’uno all’altro personaggio, cambiando voce, movenze e pigli.
La scena, completamente bianca, rende asettico il mondo falso e contraddittorio dei Conti, i padroni che tutto possono, e crea un tappeto essenziale al vissuto dei servi, Tonino e Colombina, che si muovono – a volte in punta di piedi, a volte inciampando sulle proprie parole – nella scena della loro vita, difficile ma vera.