I Carabinieri della Compagnia di Chivasso hanno notificato un ordine di custodia cautelare in carcere a due uomini perché ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla frode assicurativa.
Secondo quanto spiegato, quattro persone sono state denunciate a piede libero. Nell’agenzia assicurativa in cui lavorava uno degli arrestati, i Carabinieri hanno eseguito, nei mesi scorsi, una perquisizione che avrebbe permesso di sequestrare oltre 150 polizze assicurative RC auto risultate contenere dati falsificati.
In base a quanto appurato, le successive fasi dell’indagine avrebbero permesso di individuare un’associazione specializzata nelle truffe e frodi assicurative, che con un raffinato sistema di falsificazioni della documentazione, presentata all’atto della stipula delle polizze RCA, riuscivano ad “applicare” fortissime riduzioni sui premi da pagare.
Uno degli arrestati, un ex agente assicurativo, avrebbe avuto nella sua disponibilità centinaia e centinaia di documenti d’identità, carte di circolazione e attestati di rischio provenienti da pregresse collaborazioni lavorative con alcune compagnie di assicurazioni. Era lui che avrebbe falsificato le copie dei documenti da allegare alle polizze con residenze diverse da quelle originarie (Prov. Napoli, ndr ) con altre nella Provincia di Torino e quindi più vantaggiose da un punto di vista assicurativo.
In altri casi avrebbe provveduto a “modificare” gli attestati di rischio. In un caso si è riscontrata la presenza di una polizza di una donna, residente nella provincia di Napoli, con un attestato di rischio immacolato, ma che in realtà aveva un pregresso di 13 incidenti di cui 5 solo in 5 mesi.
Dall’analisi delle fotocopie falsificate si sarebbe appurato che oltre ai dati di residenza veniva addirittura riprodotto ad hoc il timbro dell’ufficio anagrafe del comune o la pecetta adesiva dell’aggiornamento di residenza o dell’avvenuta revisione dell’autoveicolo da assicurare. L’altro arrestato, oltre a produrre le polizze contenenti le informazioni falsificate destinate ai contraenti residenti in Campania, avrebbe stampato le polizze con un importo superiore a quello effettivamente incassato ciò al fine di “ingannare” il contraente ed incassare un ulteriore provvigione in questo caso però “illegale”