PARMA – È proprio per dare un segnale forte sulla necessità di considerare la cultura tra i temi fondamentali per la ripresa che AICI – l’Associazione delle istituzioni di cultura italiane con 139 soci tra gli istituti, le fondazioni e le accademie più prestigiose del Paese – organizza e promuove significativamente a Parma, capitale della cultura 2021, la conferenza nazionale dal titolo “Le Regioni, gli istituti di cultura e le politiche culturali del territorio nel quadro del PNRR”.
Patrocinato dal Comune, il convegno si svolgerà in presenza e online e avrà luogo il 29 novembre nell’auditorium del Palazzo del Governatore: una giornata di incontri con l’obiettivo di stimolare la riflessione su come e con che ruolo le istituzioni culturali del paese possano essere un volano per la ripartenza e la crescita del paese, nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Un ruolo riconosciuto anche dal Ministro Franceschini che ha ottenuto un incremento di 17 milioni sul fondo per gli Istituti, portandolo da 33 a 50 milioni di euro.
Sarà Valdo Spini, presidente di AICI, a introdurre e concludere il convegno. “Le Fondazioni e gli istituti culturali – spiega Spini – intendono dare un contributo al nostro paese, l’Italia, in questo momento difficile, caratterizzato da una pandemia non ancora debellata e dalla grande opportunità rappresentata dal PNRR con le possibilità che prevede per la cultura nelle varie voci che lo compongono. Proprio la ramificazione territoriale della nostra rete può essere un importante vettore di coesione sociale, attraverso la cultura come antidoto alla violenza e veicolo di democrazia e di dialogo”.
Numerosi e diversi gli ospiti coinvolti, esponenti del governo nazionale e delle regioni ma anche del mondo culturale italiano, che daranno voce al dibattito, moderati dal giornalista Rai Luca Ponzi: oltre ai contributi del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e di Francesco Profumo, presidente di ACRI, sono previsti gli interventi, tra gli altri, degli assessori alla cultura Ilaria Cavo (Regione Liguria e coordinatrice cultura Stato-Regioni), Mauro Felicori (Regione Emilia Romagna), Tommaso Sacchi (Comune di Milano) e al turismo Felice Casucci (Regione Campania) e di Lorenzo Casini, capo di gabinetto del Ministero della cultura, Paola Dubini, docente di economia della cultura, Flavia Piccoli Nardelli, deputata, Silvia Costa, Commissaria del Governo, Adriano Giannola, presidente di SVIMEZ, Nicola Antonetti, presidente dell’Istituto Luigi Sturzo.
Molteplici i temi che verranno affrontati, sia di carattere generale che più specifico: dal rapporto Stato-Regioni come delineato nella Costituzione e nel suo sviluppo storico, agli indirizzi delle politiche per la cultura sul territorio, dal raccordo con le amministrazioni locali, che sono diventate negli anni sempre più protagoniste nella vita culturale del Paese, promuovendo iniziative di risonanza nazionale, operando per la conoscenza e la valorizzazione dei rispettivi territori e assicurando il proprio sostegno agli operatori pubblici e privati della cultura, anche in momenti caratterizzati da una limitata disponibilità di risorse economiche, alle effettive modalità di finanziamento delle istituzioni culturali territoriali, fino alle buone pratiche da rendere efficaci e concrete in vista della distribuzione dei sussidi del PNRR. Particolare attenzione verrà rivolta al Mezzogiorno, dove il tessuto delle istituzioni di cultura, pur vantando realtà di eccellenza, risente di una generale debolezza, che richiede un intervento mirato della parte pubblica ma anche un più attivo sostegno da parte del mondo dell’associazionismo culturale e dei suoi organismi di rappresentanza.
Il focus maggiore sarà naturalmente sugli istituti di cultura, che insieme alle innumerevoli fondazioni e accademie che fanno parte dell’AICI, si sono misurati più di tanti altri con le opportunità offerte dalle nuove tecnologie in condizioni operative del tutto eccezionali, come quelle vissute durante i mesi difficili della pandemia. Attraverso la ricerca di nuovi pubblici e interlocutori, le istituzioni di cultura hanno dimostrato un’apertura verso la società, con risultati che testimoniano il ruolo fondamentale della cultura nella ripresa del Paese e come fattore imprescindibile di crescita e coesione sociale.
Ulteriore spunto di riflessione e approfondimento sarà il grande potenziale di sviluppo del raccordo, spesso già proficuamente avviato, tra istituzioni di cultura e il sistema formativo, scuole e università, attraverso forme di intese a livello regionale sia nel campo degli strumenti della didattica che nei contenuti, per esempio, in rapporto all’educazione civica.
A completare i lavori del convegno è previsto un seminario pomeridiano per presentare i risultati inediti dell’inchiesta sui rapporti tra Istituti e Regioni, con particolare riferimento al profilo finanziario, svolta tra i soci AICI dal Polo del ‘900 di Torino. Risultati che saranno oggetto della discussione introdotta da Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 e apriranno il dialogo con i funzionari responsabili dei servizi culturali regionali e di alcuni istituti dell’AICI. Al tavolo del seminario siederanno i dirigenti delle Regioni Paolo Baldi (Toscana), Gabriella Serratrice (Piemonte), Gianni Cottafavi, Claudia Leombroni e Micaela Lipparini(Emilia Romagna), insieme ai rappresentati degli Istituti Rosario Perricone (Museo Antonio Pasqualino di Palermo), René Capovin (Fondazione Micheletti), Matteo D’Ambrosio (Istituto Gramsci Torino), Pier Francesco Bernacchi (Fondazione nazionale “Carlo Collodi”), Matteo D’Ambrosio (Istituto Gramsci Torino), Roberto Guarrasci (Università della Calabria), Beatrice Verri (Fondazione Nuto Revelli).
In merito ai risultati emersi dall’indagine Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 spiega: “Lo studio ha voluto indagare la natura, l’entità e gli effetti dei meccanismi di sostegno delle amministrazioni regionali in relazione agli enti culturali che fanno parte della grande rete di AICI. L’89% degli istituti analizzati ha ricevuto un finanziamento dalla Regione e il valore medio si attesta attorno ai 40.000 € che rappresenta in media l’11,87% delle entrate dell’ente. Tra i principali risultati emerge un maggiore bisogno di rafforzamento “strutturale” e “istituzionale”. Minore sostegno alla progettualità, maggiore richiesta di contribuzioni istituzionali che dovrebbero consentire una maggiore capacità di copertura dei costi fissi e generali con particolare attenzione alle spese per la formazione e ricerca, per il personale e per il miglioramento della dotazione tecnologica. Per quanto riguarda i tempi di erogazione dei contributi – conclude Bollo – il quadro è relativamente tranquillizzante anche se di certo ampiamente migliorabile: il 27% dei finanziamenti ritarda oltre i 6 mesi, di cui il 9% oltre l’anno. Rispetto alla vocazione e agli obiettivi degli Istituti i bandi emessi dalla Regione sono coerenti per il 53% e parzialmente coerenti per il 41% (un risultato complessivamente positivo), mentre quasi un istituto su tre ritiene troppo elevati gli oneri amministrativi”.