Cronaca

Chiusura Agrati Collegno, manifestazione 5 aprile 2014, orario e luogo di incontro

FIOM LogoContinua la mobilitazione dei lavoratori della azienda Agrati di Collegno (Torino), dopo la decisione dei vertici di chiudere lo stabilimento cittadino lasciando a casa 82 lavoratori. Questa mattina è stat organizzato un presidio in piazza Castello, davanti alla prefettura a Torino. “L’iniziativa – spiega la Fiom -, e’ per chiedere di essere ricevuti dal prefetto e sollecitare la convocazione da parte del ministero dello Sviluppo economico per l’apertura di un tavolo di crisi, a meno di 15 giorni dalla scadenza della procedura di mobilità con la quale l’azienda ha annunciato l’intenzione di chiudere lo stabilimento”.

 

Ma Intanto, domani, a partire dalle 15, davanti ai cancelli della fabbrica in si svolgerà un’ iniziativa pubblica per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficile situazione dell’Agrati e per chiedere il ritiro dei licenziamenti e l’intervento del governo.

 

Chiediamo al ministro del Lavoro – spiegano i lavoratori -, di intervenire perché crediamo che il Governo debba fare qualcosa per impedire i nostri licenziamenti. Noi e le nostre famiglie vi aspettiamo Sabato 5 Aprile davanti ai cancelli della fabbrica in Via De Amicis 144 a Collegno (TO) dalle ore 15, vi offriremo una bibita e una fetta di torta per parlare della nostra situazione. Nei prossimi giorni andrà a conclusione la procedura di Cessazione di Attività e noi crediamo che questa nostra battaglia debba coinvolgere tutta la società civile. Non ci rassegniamo a perdere il posto di lavoro in una azienda che non ha fatto un giorno di Cassa Integrazione, che ha raggiunto il 100% degli obiettivi di produttività e Qualità, i cui bilanci sono in positivo e in cui in altri siti si fa straordinario”.

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Non ci rassegniamo a soccombere al potere di una multinazionale che da 60 giorni ci paga senza farci lavorare – aggiungono i portavoce. – Non ci rassegniamo a vedere che il nostro lavoro viene svolto in aziende poco distanti da qui e in Francia. Non ci rassegniamo al fatto che ci cancelli per guadagnare un po’ di più”.

 

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