Mostra Bousson Casa delle Lapidi 14 luglio – 2 settembre 2018, info
Sabato 14 luglio alle ore 16.00 a Bousson, caratteristica frazione alpina del Comune di Cesana Torinese, s’inaugura “Bousson 1850 – 1950, usi, costumi e tradizioni del matrimonio”. La mostra, a cura di Contempora di Raquel Barriuso Diez e Vittorio Amedeo Sacco, sarà ospitata all’interno del Museo Casa delle Lapidi, struttura restituita a turisti e residenti recentemente ristrutturata per volontà della Regione Piemonte e dell’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco, Lorenzo Colomb. La mostra sarà visitabile dal 14 luglio fino al 2 settembre 2018 tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 15.00 alle 18,30. Ingresso libero.
“La mostra esplora usi, costumi e tradizioni nel matrimonio a Bousson dal 1850 al 1950 – spiegano gli organizzatori – e nelle epoche esaminate la partecipazione dell’intera a comunità a tale evento era molto sentita. Lo stesso clima di partecipazione si è ricreato oggi tra i bussonesi nel collaborare alle ricerche per questa mostra, cercando nei vecchi bauli ricordi di famiglia, fotografie, abiti, corredi ecc. e mettendo a disposizione splendide collezioni di manufatti d’epoca. Nella mostra si sono toccati numerosi temi, partendo dal fidanzamento, alla cerimonia del matrimonio, agli scherzi che si facevano alla nuova coppia, all’abito da sposa, alle sarte che li confezionavano, al corredo, ai monili, all’abito maschile, alla Cueifa e alla Curnetta ecc. In esposizione importanti collezioni private di abiti tradizioni di metà ottocento, (sono presenti anche gli splendidi abiti della Signora Noris), di scialli, indumento importantissimo dagli splendidi colori, di splendide sottovesti trapuntate, di elementi rappresentativi del corredo, con lenzuola ricamate, camicie da notte e lunghe mutandone, ed infine una collezione di 50 “curnette”, tutte diverse tra loro, che mettono in risalto il grande valore artigianale del manufatto d’epoca. Accompagna l’esposizione un importante rappresentazione delle fotografie di matrimoni d’epoca dei bussonesi”.