Il caso di smaltimento illecito di rifiuti, scoperto dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Torino in un’area industriale della periferia del capoluogo piemontese, è l’ennesimo episodio di un diffuso comportamento posto in essere da numerosi imprenditori privi di scrupolo per contenere i costi relativi alla gestione dei rifiuti prodotti dalla loro attività.
Secondo quanto spiegato, l’illecito vantaggio economico si ottiene ricorrendo a soggetti privi di qualsiasi tipo di autorizzazione ad operare nella filiera dei rifiuti, che, a costi estremamente ridotti, provvedono a “raccogliere” i rifiuti, di qualsiasi genere essi siano, e poi ad “abbandonarli” in aperta campagna o in zone isolate ma facilmente raggiungibili dai mezzi di trasporto.
In base a quanto appurato, l’episodio in cui, nei giorni scorsi, è intervenuto il Noe, si è verificato a seguito del fallimento di un’azienda attiva nelle costruzioni stradali, il curatore fallimentare al termine della procedura concorsuale, si è accordato con la società immobiliare, proprietaria del capannone e dello spiazzo circostante su cui operava la ditta fallita, per lo smaltimento dei rifiuti rimasti riconoscendole una somma di diverse migliaia di euro per provvedere alla loro rimozione, ovviamente nel rispetto della normativa ambientale.
La proprietà, invece di rivolgersi ad una ditta autorizzata, avrebbe preferito far ricorso ad un gruppo di nomadi che a poco prezzo ed in modo completamente illecito avrebbero rimosso i materiali per poi scaricarli certamente non in discariche legittimate a trattare le diverse tipologie di rifiuti presenti.
Così rifiuti pericolosi come vernici e solventi, fusti contenenti oli esausti e bitumi, pneumatici, batterie e parti di autoveicoli ed altri di natura non pericolosa come macerie, terre di scavo e legname, il tutto per una quantità superiore a 3mila tonnellate, sarebbero stati dispersi nelle campagne torinesi con grave danno per l’ambiente.
Sono ancora in corso accertamenti per rintracciare questi rifiuti illecitamente smaltiti, mentre l’amministratore della società immobiliare, una 70enne torinese e due nomadi, non nuovi alla commissione di questa tipologia di reati, sono stati denunciati in concorso per il reato di gestione illecita di rifiuti pericolosi e non.