Salute e Benessere

Smettere di fumare: le sigarette elettroniche servono? Al via la sperimentazione della Asl To2

sigarettaE’ partita il 24 marzo 2014 la sperimentazione sull’utilizzo della sigaretta elettronica nel processo di cessazione del fumo di tabacco. Lo ha dichiarato il Dott. Fabio Beatrice, direttore del Centro Antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco che, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e l’ASL Torino 2, ha dato il via ad una collaborazione nella lotta contro la dipendenza dal fumo di sigaretta. Obbiettivo dello studio “allestire un  percorso  assistito per  chiarire se  l’introduzione  della  E-cig  in  un percorso clinico, ovvero in una gestione personalizzata del quantitativo di nicotina aspirata e assorbita, possa  effettivamente essere utile nell’uscire dalla dipendenza”.

 

Centro dell’esperimento è la “E-cig”, meglio conosciuta come sigaretta elettronica. Giunta sul mercato italiano nel 2011, oggi costituisce un vero e proprio business: si contano infatti più di 3mila punti vendita e un giro d’affari da 2 milioni di consumatori circa, con un fatturato di sui 350milioni di euro.

 

Indicata sin da subito come un’alternativa meno dannosa al fumo tradizionale – poiché permette di dosare la nicotina e non determina l’inalazione delle sostanze cancerogene sprigionate dalla combustione del tabacco e della carta –, la sigaretta elettronica è stata però oggetto di molte controversie, in particolare circa i presunti danni subiti dall’organismo nel lungo periodo, a causa di alcune componenti chimiche dannose dei fumi inalati (per ulteriori informazioni in merito, è disponibile uno specifico studio dell’Università della California).

 

Tuttavia, gli studi più recenti svolti nel nostro Paese accolgono positivamente l’utilizzo della E-cig nei percorsi di disintossicazione. Il 60% dei pazienti sottoposti ad uno studio dell’Istituto Europeo di Oncologia, infatti, ha smesso di fumare, contro il 30% di chi non l’ha utilizzata. Dai risultati della ricerca milanese è emerso, inoltre, che anche chi non ha smesso del tutto, ha comunque ridotto l’uso delle sigarette.

 

Lo studio dell’ASL Torino 2 propone un  percorso scalare, nell’ottica della riduzione del danno, proposto ad un campione di 50 soggetti fumatori. Verrà loro fornito un kit gratuito e gli eventuali progressi, saranno monitorati attraverso uno specifico percorso clinico. Tale cammino terapeutico prevederà  verifiche intermedieObiettivo dello studio è anche verificare i casi e le ragioni di eventuali insuccessi, al fine di migliorare il supporto clinico nei fumatori più resistenti.

 

La E-cig, avvertono i medici del Centro Antifumo, non deve però essere ritenuta né una pozione magica, né un passatempo. Al contrario, può essere uno strumento utile nel processo di dissuefazione dal fumo. Questo poiché agisce essenzialmente sulle componenti psicologiche della dipendenza dal fumo stesso.

 

L’atto del fumare, infatti, implica l’instaurarsi di una ritualità da cui il fumatore acquisisce sicurezza, in quanto illude di mantenere il controllo sulla propria gestualità e sulla relazione con gli altri. Inoltre, fumare dà all’individuo la percezione di avere una via d’uscita nelle situazioni cariche di ansia o tensione. La sigaretta elettronica appare dunque come una sorta di sostitutivo, apparentemente meno dannoso.

 

In tutto ciò, non c’è dubbio che il problema della dipendenza da fumo sia importante. Sono infatti 10milioni e mezzo i fumatori in Italia, secondo il censimento compiuto nel 2013 dall’Istituto Superiore di Sanità. Di questi, riportano i dati, il 92% ha cercato di smettere e ben l’88,4% ha ripreso puntualmente entro lo stesso anno.

 

La novità della sperimentazione torinese consiste nella gestione assistita della E-cig. Inoltre, conclude  il  Direttore Generale ASL TO 2, Dott. Maurizio Dall’Acqua “crediamo che il personale sanitario possa dare un buon esempio in prima persona, diventando testimonial di stili di vita sani e lanciando il messaggio che lottare contro il tabagismo”. Per questo, la sperimentazione riguarderà in primo luogo il personale ospedaliero del San Giovanni Bosco.

 

Per scoprire quanto si è dipendenti (o non dipendenti) dal fumo, è possible fare un piccolo test  CLICCANDO QUILe sorprese potrebbero essere incoraggianti.

 

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Vera Prada

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