I primi mille giorni di vita dei bambini, aumenta la consapevolezza delle “buone pratiche” ma l’acido folico si assume ancora troppo tardi
Mamme più consapevoli ma restano ancora da promuovere l’allattamento e la prevenzione delle malformazioni congenite. Sono questi alcuni tra i primi risultati del Sistema di sorveglianza sui determinanti di salute nella prima infanzia, coordinato dall’ISS, a cui partecipano 11 regioni, promosso e finanziato dal Ministero della Salute, e illustrato oggi nel corso del convegno dedicato a questa Sorveglianza. Lo studio ha coinvolto circa 30.000 mamme intercettate nei centri vaccinali tra dicembre 2018 ed aprile 2019.
“Nel periodo compreso tra il concepimento e il compimento del secondo anno di vita si pongono le basi per lo sviluppo psico-fisico del bambino – dichiara Angela Spinelli, Direttrice del Centro Nazionale Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute dell’ISS – La nuova Sorveglianza raccoglie importanti informazioni su alcuni determinanti di salute dei bambini, mostrando ampia variabilità nei comportamenti e ampio margine di azione e di miglioramento. I risultati, se evidenziano che ormai molti genitori hanno compreso l’importanza di mettere a dormire i neonati a pancia in su ed è diminuita la percentuale di mamme che non allattano, mettono anche in risalto che ancora solo una mamma su 4 allatta il proprio bambino in maniera esclusiva a 4-5 mesi di vita e ancora molte non assumono l’acido folico prima dell’inizio della gravidanza”.
In base ai dati dello studio, la quasi totalità (93,8%) delle mamme riferisce di non aver fumato in gravidanza, la maggioranza (64%) mette a dormire il proprio bambino a pancia in su nel rispetto di quanto raccomandato per prevenire la morte improvvisa in culla e l’80,5% intende vaccinare i propri figli ricorrendo sia alle vaccinazioni obbligatorie che a quelle raccomandate. Risulta invece alta la percentuale di bambini potenzialmente esposti a fumo passivo a causa della convivenza con almeno un genitore e/o un’altra persona fumatrice (41,9%). Quasi tutte le mamme (97,3%) hanno assunto acido folico in occasione della gravidanza, ma poche (21,7%) lo hanno fatto in maniera appropriata iniziandolo almeno un mese prima del concepimento. Troppo pochi i bambini allattati in maniera esclusiva per il tempo raccomandato dall’OMS: appena il 23,6% a 4-5 mesi di età. Un bambino su dieci risulta inoltre non essere mai stato allattato. Circa il 15% delle mamme di bambini con meno di 6 mesi riferisce di avere difficoltà nel farli stare seduti e allacciati al seggiolino, quota che sale al 34,2% sopra l’anno di età; troppi, infine, i bambini che passano del tempo davanti a uno schermo già a partire dai primi mesi di vita: il 34,3% dei piccoli sotto ai 6 mesi e ben il 76,4% dei bambini oltre l’anno di età.
Lo studio dell’ISS è stato svolto in collaborazione con la Ulss 9 Scaligera di Verona e con le 11 Regioni che ad oggi hanno aderito alla Sorveglianza: Piemonte, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma (PA) di Trento, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna. La Regione Toscana partecipa fornendo i risultati dell’Indagine sul percorso nascita già attiva sul proprio territorio che investiga indicatori comuni alla Sorveglianza.
“Grazie anche a questa nuova Sorveglianza – afferma Enrica Pizzi, coordinatrice dell’Indagine e ricercatrice del Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva dell’ISS diretto da Serena Donati – si potrà misurare la diffusione di “buone pratiche” su alcuni determinanti di salute nei Primi 1000 giorni di vita per progettare strategie di prevenzione sempre più mirate”.
Sintesi dei risultati – Assunzione di acido folico in epoca periconcezionale
L’assunzione quotidiana di 0,4 mg di acido folico (vitamina B9) da quando la coppia comincia a pensare a una gravidanza fino alla fine del terzo mese di gestazione, protegge il bambino da alcune gravi malformazioni congenite. Oltre il 97% delle mamme nelle regioni partecipanti alla Sorveglianza ha assunto acido folico in occasione della gravidanza, ma poco più di un quinto di loro (21,7%) lo ha fatto in maniera appropriata per la prevenzione delle malformazioni congenite, con una variabilità per regione compresa tra il 16,7% e il 35,7 %.
Fumo in gravidanza e in allattamento
Fumare in gravidanza aumenta il rischio di basso peso alla nascita, prematurità, mortalità perinatale. I bambini esposti a fumo passivo hanno un rischio maggiore di malattie delle basse vie respiratorie e di episodi di asma. Nelle regioni coinvolte nella Sorveglianza il 6,2% delle mamme ha dichiarato di aver fumato in gravidanza con un range compreso tra il 3,7% e il 7,9% Ha dichiarato invece di fumare in allattamento l’8,1% delle mamme (range: 5,2% – 10,1%). La percentuale di bambini potenzialmente esposti al fumo passivo a causa della convivenza con almeno un genitore e/o altra persona fumatrice varia dal 27,0% al 46,5%, con valori tendenzialmente più elevati nelle regioni del Sud.
Alcol in gravidanza e in allattamento
L’assunzione di alcol in gravidanza e in allattamento può associarsi a spettro dei disordini feto-alcolici (FASD), aborto spontaneo, parto pretermine, basso peso alla nascita, alcune malformazioni congenite, sindrome della morte improvvisa in culla (SIDS) e alcune difficoltà cognitive e relazionali. La percentuale di mamme che ha riferito di aver assunto bevande alcoliche almeno 1-2 volte al mese durante la gravidanza e l’allattamento è pari rispettivamente al 19,7% e al 34,9%. Tra le regioni partecipanti alla Sorveglianza, il consumo di alcol in gravidanza e in allattamento risulta tendenzialmente più diffuso in quelle del Centro-Nord.
Allattamento
I benefici dell’allattamento sia per la mamma che per il bambino sono ormai ben documentati. L’OMS e l’UNICEF raccomandano di allattare in modo esclusivo fino ai 6 mesi di età del bambino e di prolungare l’allattamento fino ai 2 anni e oltre, se desiderato dalla mamma e dal bambino. Nelle regioni coinvolte i bambini allattati in maniera esclusiva a 4-5 mesi di età sono meno di un quarto (23,6%) con una variabilità dal 16,6% al 44,7% e quote più basse rilevate nelle regioni del Sud. Risultano non essere mai stati allattati l’11,7% dei bambini, con una variabilità dal 5% al 18,4%.
Lettura precoce ad alta voce
Leggere regolarmente al bambino già dai primi mesi di vita significa contribuire al suo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale. Nella settimana precedente l’intervista non è mai stato letto un libro al 44,7% dei bambini nella fascia di età 6-12 mesi e al 34,7% nella fascia oltre i 12 mesi. I bambini a cui sono stati letti regolarmente libri tutti i giorni della settimana sono invece rispettivamente il 15,5% tra i più piccoli e il 21,6% sopra i 12 mesi. Nelle regioni del Sud, tra quelle coinvolte nella Sorveglianza, si rilevano quote più elevate di bambini a cui non sono stati letti libri.
Esposizione a schermi
Le evidenze scientifiche sui rischi per la salute psicofisica dei bambini – disturbi del sonno, emotivi, sociali – derivanti dall’uso eccessivo e/o scorretto delle tecnologie audiovisive e digitali sono in aumento. Viene raccomandato di utilizzare queste tecnologie in presenza di un adulto e di evitarne l’uso tra i bambini al di sotto dei 2 anni di vita. Il 34,3% dei bambini di età inferiore a 6 mesi, il 64,1% di quelli tra 6 e 12 mesi e il 76,4% dei bambini oltre l’anno di età passa del tempo davanti a TV, computer, tablet o telefono cellulare. I bambini risultano maggiormente esposti a schermi nelle regioni del Sud.
Posizione in culla
La sindrome della morte improvvisa in culla (SIDS) rappresenta una delle principali cause di morte post neo-natale. Tra gli interventi semplici ed efficaci nel ridurne il rischio è raccomandato di mettere a dormire il bambino in posizione supina. Dalla rilevazione risulta che la maggioranza delle mamme dichiara di mettere a dormire il proprio bambino a pancia in su (64,1%) con un range compreso tra il 54,5% e l’81,3%. Risulta dunque frequente anche l’adozione di posizioni diverse da quella raccomandata, con oltre un quarto delle mamme (26,0%) che pone il bambino in culla di lato.
Intenzione vaccinale
Le vaccinazioni proteggono il bambino dal rischio di contrarre alcune malattie infettive che possono determinare complicanze pericolose. La Sorveglianza rileva le intenzioni delle mamme riguardo ai futuri appuntamenti vaccinali dei loro bambini. Ha dichiarato di voler effettuare tutte le vaccinazioni (sia obbligatorie che raccomandate) l’80,5% delle mamme, con un range compreso tra il 71,5% e l’88,9%. Restano un 15,1% di mamme intenzionate ad effettuare solo le vaccinazioni obbligatorie e un 4,3% di indecise, con una variabilità per regione compresa tra il 2,4% e il 5,7%.
Incidenti domestici
Il rischio di incorrere in un incidente domestico risulta elevato tra i bambini, in particolare sotto i 5 anni di età. Il 6,3% delle mamme di bambini di età inferiore a 6 mesi ha dichiarato di essersi rivolto a un medico (pediatra o altro) e/o al pronto soccorso per un incidente domestico occorso al proprio figlio e la prevalenza cresce raggiungendo il 19,8% sopra l’anno di età.
Sicurezza in auto
L’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione per il trasporto in auto dei bambini può ridurre sensibilmente il rischio di traumi e di morte a seguito di incidente stradale. Il 14,8% delle mamme di bambini con meno di 6 mesi ha riferito di avere difficoltà nel far stare il bambino seduto e allacciato al seggiolino. La prevalenza sale al 30,6% tra le mamme di bambini di 6-12 mesi e al 34,2% sopra l’anno di età. Nelle regioni del Centro e del Sud si rilevano quote più elevate di mamme che riferiscono difficoltà nell’uso del seggiolino.
L’indagine
La sorveglianza, inserita nel DPCM del 2017 sui Sistemi di Sorveglianza e i Registri Nazionali cui tutte le Regioni dovranno gradualmente aderire, viene effettuata tramite indagini campionarie periodiche, finalizzate a produrre stime di prevalenza rappresentative a livello regionale e, per alcune regioni, a livello aziendale. La Sorveglianza raccoglie importanti informazioni su alcuni determinanti di salute dei bambini, promossi dal Programma GenitoriPiù, che riguardano aspetti dell’intero percorso nascita dall’assunzione dell’acido folico in epoca periconcezionale alle azioni raccomandate durante la gravidanza e l’allattamento, oltre ad altri aspetti importanti per la salute del bambino piccolo, come le vaccinazioni, la sicurezza in auto e in casa, la lettura precoce ad alta voce e l’utilizzo delle tecnologie audio visive e digitali l’esposizione a schermi (TV, tablet, cellulare). Prevede inoltre la diffusione di materiale informativo multilingue sui determinanti indagati, come la brochure per i genitori consegnata alla mamma dopo la compilazione del questionario e i poster per i Centri Vaccinali e i Pediatri di Libera Scelta.
In questa prima edizione della rilevazione sono state intervistate complessivamente 29.492 mamme di bambini fino a 2 anni di età, utilizzando un questionario anonimo autocompilato presso i Centri Vaccinali tra dicembre 2018 ed aprile 2019. In tutte le 11 regioni coinvolte nella rilevazione il tasso di partecipazione è risultato superiore al 95%.
A livello internazionale, la Dichiarazione di Minsk, gli Obiettivi delle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile e il documento “Nurturing care for Early Childhood Development” identificano le principali azioni preventive da promuovere nei primi 1000 giorni di vita. In Italia il Ministero della Salute ha recentemente predisposto un documento di indirizzo per la protezione e promozione della salute dei bambini rivolto a genitori, operatori sanitari e decisori con l’obiettivo di promuovere la qualità dell’assistenza prenatale, al parto e post natale, con particolare attenzione a diversi indicatori monitorati dalla Sorveglianza Bambini 0-2 anni tra cui l’allattamento materno, lo sviluppo psico-fisico del bambino e la prevenzione degli incidenti.
Notizie: Ufficio Stampa ISS