Salute e Benessere

Gioco d’azzardo e dipendenza: chi sono i più colpiti e perché

ficheNei giorni scorsi è stata presentata a Torino l’indagine  “L’azzardo non è un gioco – Gioco d’azzardo legale e rischio dipendenza tra le persone over 65 incontrate da Auser”. Svolta dal Gruppo Abele e  Auser Nazionale in collaborazione con Libera, la ricerca aveva l’obbiettivo di esplorare il comportamento del gioco d’azzardo tra la popolazione anziana in 15 regioni d’Italia, tra cui il Piemonte.

 

Dai dati raccolti è emersa una situazione allarmante. Se da un lato le politiche attuate sinora, infatti, si stanno muovendo nel tentativo di proteggere la fascia giovanile dal gioco d’azzardo, dall’indagine del Gruppo Abele emerge invece una realtà diversa. In Italia, infatti, quasi il 71 % degli anziani ha giocato d’azzardo nell’ultimo anno. I giochi più gettonati sono quelli che sembrano più innocui: Lotto, Superenalotto e Gratta e Vinci.

 

Le cause sono principalmente crisi e solitudine. La ricerca sottolinea come dietro la ripetizione del gioco, che porta moltissime persone a spendere l’intera pensione, siano diverse le situazioni scatenanti. Tra queste, le più significative sono una vincita di particolare entità, la credenza di poter controllare la fortuna e vincere a comando, l’accumularsi di debiti che si pensa di poter recuperare solo perseverando e, infine, la sensazione di benessere che si prova solo quando si gioca.

 

La ludopatia – così viene chiamata in linguaggio medico la dipendenza da gioco d’azzardo – è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle cause più gravi di dipendenza, alla stregua di alcool e droghe. Un recente studio dell’Università di Adelaide, in Australia, che avuto come oggetto proprio un campione di persone anziane, ha dimostrato che la presenza di tossicodipendenze nei soggetti può accrescere la probabilità di diventare dipendenti dal gioco d’azzardo.

 

Tra le regioni sottoposte all’indagine del Gruppo Abele figura anche il Piemonte, che si riconferma nella fascia degli over 65 una delle regioni in cui il problema è più sentito.

Secondo, infatti, il GAP – Gruppo di lavoro regionale sul gioco patologico in Piemonte –, i piemontesi spendono in media 752 euro l’anno per il gioco d’azzardo, mentre sull’intero territorio regionale i giocatori patologici sono oltre 80mila. Nel 2013 i casi di dipendenza da gioco seguiti dai SERT – Servizi per le Tossicidipendenze – piemontesi sono aumentati del 400% e il gioco d’azzardo è stato identificato come la terza causa per la diffusione dell’usura.

 

La gravità della situazione, pertanto, ha portato la Regione Piemonte, già dalla fine del 2013, ad approvare un provvedimento contro la ludopatia a sostegno di tutti i Comuni della regione. In attesa di un disegno di legge a livello nazionale, tale regolamentazione è volta alla prevenzione delle forme di dipendenza, limitando i messaggi pubblicitari e promuovendo iniziative di sensibilizzazione, impedendo l’apertura di sale da gioco a men di 500 metri dai luoghi frequentati dai giovani e imponendo obblighi severi ai gestori delle sale.

 

Una parte importante della prevenzione è rivolta ai singoli cittadini. Sul sito del GAP è infatti presente una mappa dei servizi regionali cui è possibile rivolgersi. Inoltre, è possibile sottoporsi ad un piccolo test per verificare la propria, o di altri, dipendenza dal gioco d’azzardo.

 

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Vera Prada

Foto: wikipedia.org

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