Gastrite e Quarantena, come migliorare la sintomatologia da reflusso gastroesofageo attraverso l’alimentazione
Dottoressa, soffro di gastrite!
In questo periodo di quarantena e dopo la Pasqua, stiamo tutti abbondando con il cibo e soprattutto con “pasticci alimentari” e spesso con alcolici…per consolarci e passare il tempo.
Oggi vi parleremo di come migliorare la sintomatologia da reflusso gastroesofageo attraverso l’alimentazione.
Gastrite, ernia jatale, reflusso gastrico, rigurgito dopo i pasti sono disturbi comuni nella popolazione generale e, purtroppo, sempre più frequenti anche nei giovani.
I vecchi rimedi naturali della nonna come quello della camomilla hanno lasciato il posto a rimedi moderni come l’utilizzo dei Prazoli, chiamati anche inibitori di pompa protonica (Ppi), molecole capaci di ridurre fortemente la produzione di succhi gastrici (hcl), molto acidi visto il loro compito di “scindere” nello stomaco gli alimenti.
I Prazoli sono farmaci utili nel curare gravi ulcere gastroduodenali ma essendo prodotti da banco siamo portati a credere che questi prodotti siano innocui ma così non è, infatti abusare in questi prodotti vuol dire rischiare di avere effetti collaterali.
Gastrite: cause e rimedi
Le cause
Le cause di reflusso gastroesofageo possono essere molte tra cui problematiche anatomiche, sovrappeso, ernia iatale, mangiare di fretta, voracemente o in modo disordinato con pasti abbondanti, consumare alimenti troppo conditi e ricchi di spezie, bere alcolici, caffè, ma anche situazione di stress e ansia.
La sintomatologia è varia tanto che si parla anche di sintomi extra esofagei che nascondono in realtà la sintomatologia da reflusso gastroesofageo, come mal d’orecchi, voce rauca e tosse.
I Rimedi
Modificando lo stile di vita e di conseguenza l’alimentazione si può migliorare la sintomatologia e in alcuni casi eliminarla completamente.
È fondamentale mantenere un peso corporeo nella norma, in quanto il sovrappeso e in particolar modo l’obesità addominale anche definita “a mela”, causano un aumento della pressione intra addominale che può determinare con più facilità una risalita del contenuto gastrico in esofago generando cosi la sintomatologia. Il fumo di sigaretta, irritando la mucosa gastrica, può peggiorare la sintomatologia.
Prima di parlare degli alimenti, è bene ricordare semplici regole molto utili per chi ha problematiche di reflusso: non indossare indumenti che stringono lo stomaco o eccessivamente l’addome,
evitare di consumare il pasto frettolosamente o in piedi ma masticare con calma il boccone poiché la prima digestione avviene in bocca.
La fretta nel consumare il pasto è tipica dell’adulto, preso dalla frenesia del lavoro o dalla fame dopo tante ore di digiuno. Una metodica molto utile per evitare di mangiare velocemente è impugnare la forchetta con la mano non dominante.
Non coricarsi subito dopo aver consumato il pasto ma, se possibile, rimanere in posizione seduta per approfittare della convivialità del pasto o eventualmente in piedi, magari per sistemare la cucina, facendo cosi qualche passo.
Gastrite: alimentazione corretta e cibi da evitare
Per quanto riguarda l’alimentazione, è importante sottolineare il fatto che la sintomatologia associata a determinati cibi è soggettiva, motivo per cui è importante fare un percorso e un piano dietetico personalizzato che tenga conto di queste variabili.
Per riconoscere gli alimenti “trigger”, può essere utile compilare un diario alimentare in cui vengono scritti gli episodi di reflusso e l’intensità.
In generale, ci sono alimenti che è bene limitare o comunque evitare nelle fasi acute, che elenco di seguito.
Saranno da evitare:
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- i cibi fritti
- le carni rosse e grasse
- gli insaccati,
- i formaggi stagionati come pecorino. Solitamente è ben tollerato il grana ed è soggettivo per yogurt e latte.
- Il latte può essere ben tollerato al momento ma causare sintomatologia dopo qualche ora, specialmente se associato al caffè.
- cioccolata, cacao, menta, spezie e agrumi
- caffè, tè e alcolici e superalcolici, bevande gassate e zuccherate. Al posto del caffè un’ottima alternativa è l’orzo solubile.
- salse e sughi pronti
- prodotti dolciari industriali: meglio dolci fatti in casa poco elaborati come banana bread o dolce di mele
- cibi grassi (formaggi, brodo di carne) che rallentano la digestione
- carni grasse, preferire carne bianca magra con cotture semplici, anche bollite
- anche per la verdura, valutare la tollerabilità, evitare pomodori e preferire verdura poco fibrosa con cotture semplici come zucchine, melanzane, carote, cuore di finocchio e carciofo, zucca. L’insalata, non sempre viene ben tollerata, preferire gentilina, valeriana, lattughino che sono più digeribili o scarola, ma preferirla cotta.
Altri consigli importanti sono quelli di non consumare pasti abbondanti ma introdurre gli spuntini, che essendo pasti accessori, spesso si tiene ad eliminare.
In questo caso, possono rivelarsi utili, in particolar modo per introdurre la frutta che a fine pasto non è tollerata.
In più, evitare di consumare bevande troppo calde o troppo fredde. Tisane come malva, camomilla, melissa, finocchio possono migliorare la sintomatologia, se bevute tiepide.
Cibi, definiti tampone, come banana, pane tostato, riso, grana, legumi decorticarti, verdure poco fibrose e carne bianca con cotture semplici, possono aiutare a ridurre e sollevare il bruciore di stomaco.
Dr.ssa Gaia Gagliardi – Dietologa
Notizie: UNISALUS S.r.l.