Scienza e Tecnologia

Dai videogame ai quiz: quanto è varia l’offerta di app per giocare

Al giorno d’oggi l’intrattenimento passa soprattutto attraverso i nostri cellulari. Gli store digitali sono pieni zeppi di app con le quali passare il tempo e giochi virtuali e videogame vanno per la maggiore. Chi ha detto che serva per forza un gamepad con un sacco di pulsanti per divertirsi? Grazie ai touchscreen è possibile non solo godere delle ultime novità, ma anche riassaporare i capolavori di una volta, puntualmente riproposti negli store con delle versioni rimasterizzate. Insomma, l’offerta si rivela ben presto piuttosto varia e spazia tra molteplici generi, in grado di accontentare tutti i target di utenza.

Non sono poche le serie videoludiche che godono di una trasposizione mobile, come nel caso dei titoli calcistici o dei più noti sparatutto. Chi è più in là con gli anni, però, potrebbe preferire i cari vecchi giochi di carte, che non fanno necessariamente parte del palinsesto di un casinò in modalità live online, ma che possiedono a loro volta app dedicate. Si pensi a grandi classici come la briscola, la scopa e il burraco, per esempio. La comodità delle app risiede soprattutto nella modalità multiplayer: con una buona connessione ad Internet, è possibile giocare con amici o sconosciuti senza dovercisi preoccupare di recuperare un vero mazzo di carte.

Alcune app, comunque, sono state pensate esclusivamente per i device portatili. Molti giochi come “Clash Royale” o “Fruit Ninja” sono diventati celebri proprio perché hanno catturato l’attenzione di giovani e non in ogni dove, anche sui mezzi di trasporto, di ritorno dalla scuola o durante un lungo viaggio. Non mancano però esperimenti che vedono protagonisti i più grandi protagonisti del mondo dei videogame, rivisti in chiave moderne e in modo tale da sposarsi bene con le meccaniche del mobile: “Pokémon Go” ha superato il miliardo di download ed è un titolo esemplare in questo senso. Il gioco dei mostriciattoli tascabili viene apprezzato anche a 6 anni di distanza dal lancio.

Non è detto, però, che le app debbano servire solo per divertirsi. In tanti approfittano dei giochi più cervellotici anche per allenare la mente, infatti. Il sudoku ha uno schema talmente semplice e lineare che sarebbe stato sorprendente se nessuno avesse sviluppato un’app al riguardo, ma ad abbondare sono soprattutto i quiz, dove non bastano le abilità mnemoniche e l’intuito per avere la meglio, ma serve anche una certa dose di cultura. È molto improbabile che i giochi del passato o le attrazioni più popolari non siano presenti negli store. Anche i giochi da tavolo come il famoso “Monopoly” contribuiscono ad arricchire l’offerta complessiva.

Alcune app si distinguono a loro volta per versioni alternative o più estese, ma queste ultime sono quasi sempre a pagamento. Discorso a parte meriterebbero i numerosi “cloni”, software poco raccomandabili che tentano di scimmiottare il successo di quelle più rinomate. Il mercato delle app appare dunque come particolarmente florido e non accenna ad arrestare la propria espansione. D’altro canto, le singole e basilari funzioni dei nostri smartphone vengono eseguite proprio per mezzo di applicazioni. La maggior parte dei programmi scaricabili gratuitamente, però, riguarda l’intrattenimento: in futuro le app per giocare aumenteranno ancora di più e sfrutteranno inevitabilmente le nuove tecnologie.

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