Cultura e Società

“Il tempo che è in noi”, la mostra sotto i portici

La mostra “Il tempo che è in noi” realizzata da Flavio Russo, nella sua forma diffusa sotto gli antichi portici della Città delle Paci, ha riscosso il consenso e l’entusiasmo dei cittadini cheraschesi, i veri protagonisti dell’esposizione, ma anche la curiosità dei tanti turisti che visitano Cherasco.

L’Associazione Cherasco Cultura, in accordo con il Comune, ha quindi ritenuto doveroso pubblicare un catalogo, per fissare questa selezione di scorci, eventi e personaggi (su un arco di tempo di un secolo e mezzo), consentendone la visione anche in futuro. La presentazione del volume, edito da Stampatello, avrà luogo nel Salone consiliare del Palazzo comunale sabato 12 ottobre alle ore 11. Seguirà un rinfresco. Sarà anche l’occasione, per chi lo vorrà, di portare a casa uno dei pannelli esposti, a fronte di un piccolo contributo a sostegno delle attività dell’Associazione.

Sottolinea il sindaco Claudio Bogetti: «Quello proposto da Flavio è un viaggio visivo che esplora l’anima profonda di una città ricca di storia, cultura e bellezza naturale. Attraverso l’obiettivo Cherasco viene rivelata in tutte le sue sfaccettature, da scorci paesaggistici che tolgono il fiato a ritratti intimi che catturano l’essenza delle persone che abitano e vivono in questo luogo. Il catalogo rappresenta la degna conclusione (e prosecuzione) della mostra».

Aggiunge Mara Degiorgis, consigliera con delega alla cultura: «Attraverso un’accurata raccolta di immagini d’epoca la mostra cattura la vita quotidiana. Ogni espressione, ogni linea sui visi è un capitolo di una narrazione più ampia, quella di una comunità unita da valori, tradizioni e dal senso di appartenenza. Il catalogo vuole essere un omaggio alla bellezza senza tempo di Cherasco, ma anche alla vita quotidiana fatta di gesti semplici, di sguardi e di incontri».

Conclude Diego Maria Lanzardo, presidente dell’Associazione Cherasco Cultura: «Le immagini, selezionate da Flavio Russo attraverso la sua ben nota sensibilità estetica e la sua passione per la memoria collettiva, hanno permesso a tanti cheraschesi di riconoscersi personalmente, ma anche di rivedere tanti personaggi che hanno fatto parte della loro vita e della storia della città; un secolo e mezzo di vicende della nostra comunità riassunto in cento immagini nelle quali gli osservatori si sono ritrovati, anche quando la scena ritratta rimandava a tempi remoti».

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