Tutti corrono a “regolamentare” il gioco.. tranne la Conferenza Unificata
Si è detto più e più volte quanta voglia di correre a “regolamentare” il gioco sia presente nella mente delle Regioni e quanta voglia di “ordinanze restrittive” sia presente nelle Amministrazioni Comunali: sembra che tutti abbiano il desiderio e la volontà di arrivare “prima” che diventi operativo l’accordo in Conferenza Unificata che dovrebbe comprendere un “distanziometro nazionale” di soli 150 metri, laddove in quasi tutto l’italico territorio “regolamentato” ne sono presenti altri che variano dai 300, ai 500 ai 3000 metri.
Oggi, qui, si vuole riferire della Giunta della Valle d’Aosta, che ha approvato il Piano Regionale per il gioco d’azzardo e per giocare al casino, già passato dal Ministero della Salute ed elaborato dal Servizio Dipendenze dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta. Questo Piano Regionale recepisce i maggiori obbiettivi di quello nazionale, azioni, target e definisce precisi indicatori per la valutazione del raggiungimento degli obbiettivi. Rafforza l’attività di prevenzione e di contrasto nei confronti del gioco problematico, attraverso azioni di sensibilizzazione per far conoscere i rischi del gioco ed informare sulle modalità di approccio “positivo” con il gioco: modalità che fanno rientrare il gioco nella sua dimensione vera di divertimento, sia di gruppo che individuale.
Nel Piano Regionale vengono potenziati i servizi di presa in carico delle categorie maggiormente esposte al rischio di abuso del gioco e si propone un metodo di lavoro che coinvolga una sorta di rete tra le Istituzioni, gli Enti, le organizzazioni ed i singoli attori delle comunità locali, i gestori delle attività di gioco e le famiglie, nonché gli operatori del terzo settore, le associazioni di categoria e la Casa da Gioco di Saint Vincent.
Anche la Giunta Provinciale di Trento ha approvato un protocollo di contrasto al gioco problematico per informare i cittadini sul fenomeno del gioco d’azzardo e per formare le Forze dell’Ordine che sono predisposte a monitorare tutto il territorio. In Trentino esiste una legge approvata all’unanimità dal Consiglio Provinciale nel 2015, studiata e messa in campo per eliminare le slot machine dai luoghi sensibili.
Sono state anche messe in atto altre azioni come la campagna “Giochi con la testa o ti giochi la testa” ed anche stabiliti i requisiti obbligatori richiesti per disciplinare l’assegnazione del marchio Family in Trentino che prevede azioni concrete per contrastare la ludopatia. Ludopatia che è un fenomeno classificato tra i disturbi correlati all’uso di sostanze che provocano dipendenza, ma che in Trentino è una deriva dal gioco d’azzardo che ha una percentuale più bassa che nel resto d’Italia.
Per ultimo, si vuole citare la modifica alla Legge sul gioco patologico del Friuli che dovrebbe andare al voto del Consiglio entro il mese di giugno. Questa è la prossima tappa della proposta di legge sul gioco del Friuli Venezia Giulia che va a modificare la normativa vigente. Nel frattempo, il testo è passato al vaglio del Comitato per la Legislazione, il controllo e la valutazione ed ora si attende il deposito delle relazioni dei relatori di maggioranza e minoranza.
Tutti corrono, come detto, senza sosta: regolamentare, restringere, ordinare, imporre orari sempre più “stretti” in cui le apparecchiature da intrattenimento possono “operare”. Sembrano queste le azioni che le varie Regioni e le varie città si stanno affrettando a mettere in campo: meno male che, insieme a tutto questo, esistono anche delle proposte relative alla informazione ed alla cultura del gioco… ma soltanto in minima parte, purtroppo.
(foto: Ralf Roletschek)