A tutto Brahms con Hélène Grimaud e la Camerata Salzburg
Il suo pianismo inimitabile si fonde con un temperamento indomito e una raffinatezza interpretativa che incantano il pubblico da oltre trent’anni. Impegnata come ambientalista e attivista in difesa dei diritti umani, ha prestato il suo talento poliedrico anche alla scrittura con i suoi libri di successo.

È Hélène Grimaud la protagonista del settimo appuntamento dei Concerti del Lingotto, in programma mercoledì 7 maggio, alle 20.30, all’Auditorium Giovanni Agnelli.
Un gradito ritorno per la pianista superstar di Aix-en-Provence che, dopo il debutto al Lingotto nel 2023 con il Concerto n. 20 in re minore di Mozart e il Concerto in la minore op. 54 di Schumann, affronta il Primo Concerto op. 15 di Brahms di nuovo al fianco della Camerata Salzburg, storica formazione nata in seno al Mozarteum di Salisburgo.
La profonda familiarità di Hélène Grimaud con questo vertice del primo romanticismo brahmsiano è attestata dalle sue due incisioni pluripremiate del 1998 e del 2013. Chiude la Serenata in re maggiore, altro lavoro giovanile del compositore amburghese che, dietro la forma settecentesca, cela una prorompente fantasia romantica.
Hélène Grimaud
Concertista di fama mondiale, inizia gli studi di pianoforte prima al conservatorio della sua città, poi a Marsiglia e Parigi. Nel 1987, a soli 18 anni, debutta in recital a Tokyo e viene invitata da Daniel Barenboim a esibirsi con l’Orchestre de Paris segnando l’inizio di un percorso che la porta a collaborare con i più importanti direttori e le maggiori orchestre.
Risale al periodo che intercorre fra i suoi celebri esordi con i Berliner Philharmoniker diretti da Claudio Abbado nel 1995 e con la New York Philharmonic diretta da Kurt Masur quattro anni dopo la fondazione del Wolf Conservation Center, che Grimaud istituisce a South Salem, nello Stato di New York, nel 1997. L’incontro casuale con un lupo nel nord della Florida la induce ad aprire questo centro di educazione ambientale e conservazione della biodiversità per preservare la specie e il suo habitat.
Fervente sostenitrice dei diritti dell’uomo, Grimaud è membro dell’organizzazione mondiale Musicians for Human Rights. Ha pubblicato tre libri, tradotti in varie lingue: Variazioni selvagge (2003), Lezioni private (2005) e Ritorno a Salem (2013). Lodata per la sua vasta discografia (dal 2002 in esclusiva per Deutsche Grammophon) che ha ottenuto numerosi riconoscimenti, è stata insignita del Cavalierato della Legion d’onore dal governo francese nel 2015.
Camerata Salzburg
A guidare la Camerata Salzburg, fondata da Bernhard Paumgartner nel 1952 e ambasciatrice dello stile salisburghese di Mozart in settant’anni di attività sotto il magistero di personalità quali Géza Anda, Sándor Végh e Sir Roger Norrington, è chiamato l’italo-venezuelano Giovanni Guzzo, che dal 2016 ricopre il ruolo di primo violino e maestro concertatore della formazione insieme a Gregory Ahss.
Apre la serata il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in re minore op. 15 composto da Johannes Brahms fra il 1856 e il 1858. Risultato di alcuni rimaneggiamenti d’un lavoro musicale che inizialmente doveva essere una sinfonia, poi una sonata per due pianoforti, la pagina raggiunse l’aspetto definitivo grazie al consiglio di amici cari e vicini al compositore 24enne, primi fra tutti Clara Schumann e Joseph Joachim. Sufficienti a spiegare tanta incertezza sono l’età giovanile e il fatto che Brahms non si fosse ancora cimentato prima di allora nelle grandi forme orchestrali. L’opera riuscì tuttavia a comprovare le mirabili virtù compositive del futuro grande sinfonista.
Segue la Serenata n. 1 in re maggiore op. 11 che Brahms scrisse negli stessi anni del Primo Concerto, quando si trovava presso la corte di Detmold con gli incarichi di dare lezione di pianoforte alla principessa Friederike e dirigere la società corale. Concepita in origine per un ottetto di archi e fiati secondo il modello delle Serenate mozartiane, fu riscritta per orchestra su indicazione di Clara e Joachim. Il suo linguaggio è lontano dalla complessa dialettica degli anni maturi e rivela una spontaneità ancora impregnata di un romanticismo schietto e immediato.