La rassegna “Chantar l’Uvern” fa tappa a Sauze d’Oulx
L’appuntamento è per sabato 29 marzo alle ore 21, nella Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, con il concerto “Minima Floralia”.

Un concerto organizzato nell’ambito della sedicesima edizione di “Chantar l’Uvèrn. Dall’Epifania a Pasqua, frammenti di lingua e cultura occitana, francoprovenzale e francese”: la rassegna culturale che valorizza creazioni originali e promuove la lingua e la cultura occitana, francoprovenzale e francese attraverso una ricca e capillare animazione territoriale con eventi musicali, teatrali, antropologici, documentaristici ed ambientali.
Sauze d’Oulx ospita così il “concerto divulgativo” di Cecilia Lasagno e Paola Bertello “Minima Floralia”: un viaggio musicale attraverso epoche e tradizioni diverse che evoca l’eterno ciclo della vita.
L’Assessore al Turismo Davide Allemand da il benvenuto a Chantar l’Uvern: “Per noi è un piacere ospitare una tappa della Rassegna “Chantar l’Uvern” che è giunta alla sua sedicesima edizione e che valorizza la nostra cultura. Diamo il più cordiale benvenuto a Cecilia Lasagno e Paola Bertello di “Minima Floralia” e lo facciamo nella splendida cornice della nostra Chiesa Parrocchiale. L’invito è ai nostri concittadini e ai turisti che sono presenti a Sauze a partecipare per vivere una serata all’insegna della musica e della cultura”.
Con la collaborazione dell’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie forniamo una descrizione dettagliata della serata.
Minima Floralia è una passeggiata in un antico giardino ci porta alla scoperta di lingue e storie dimenticate, che come fiori, erbe e piante ci guideranno con le loro evocazioni e i loro aromi.
Immaginate un giardino: steli d’erba si alternano a fiori di altezze e forme diverse. Alcuni presentano boccioli, altri sono in piena fioritura, altri ancora stanno sfiorendo, abbandonando sul terreno le spoglie della loro gloria passata. Ognuno ha un colore, ognuno un profumo, unico e irripetibile.
Il concerto è così: nello stesso terreno musicale si trovano brani che provengono da Paesi diversi e diffondono nell’aria lingue diverse. Come in un giardino delle delizie di reminiscenza medievale, il dialogo musicale parte dalle lodi per le meraviglie del Creato composte dalla prodigiosa Hildegarda di Bingen. Si attraversano aiuole di canti sefarditi e ballate della Scozia gaelica, il repertorio delle Cantigas de Santa Maria, e le danze che alleggerivano il cuore e liberavano l’anima. Tra sentieri aromatici di canzoni passate, che vedevano il mondo vegetale come ispirazione di simboli, medicamenti e balsami, come ingredienti di ricette e preparazioni magiche attraversiamo aiuole moderne che attingono alla tradizione per cantare l’immutabilità dell’esperienza umana attraverso i secoli e le distanze e approdiamo all’adesso. Il momento presente è per lo spettatore parte dell’eterno divenire, che, come perfettamente rappresentato dalle piante, da seme si fa germoglio, poi pianta, fiore e frutto, che nuovamente dona il seme: inizio e fine dell’instancabile giostra della vita.