Cultura e Società

Il ritorno del prodigio della tastiera Alexandra Dovgan

Ha solo diciassette anni ma è considerata uno dei talenti più prodigiosi comparsi sulla ribalta del concertismo mondiale. Acclamata per la maturità sbalorditiva dal gigante della tastiera e suo mentore Grigory Sokolov, ha iniziato lo studio del pianoforte al Conservatorio Centrale di Mosca all’età di cinque anni e vinto il prestigioso Grand Prix del Grand Piano Competition a undici. È la pianista russa Alexandra Dovgan la protagonista del secondo appuntamento della nuova rassegna dei Pianisti del Lingotto in programma martedì 28 gennaio, alle 20.30, in Sala 500. Già ospite dei Concerti del Lingotto nel 2023, Dovgan intreccia, in un crescendo cronologico, l’intimo sonatismo di Beethoven e Schumann, le disinvolte Variazioni su un tema di Corelli di Rachmaninov e l’energia percussiva della Sonata op. 14 di Prokof’ev.

Alexandra Dovgan

Un’istintiva profondità e consapevolezza, unite alla precisione e a un suono di particolare bellezza, caratterizzano il pianismo di Alexandra Dovgan (2007).

Vincitrice di cinque concorsi internazionali, fra cui il Vladimir Krainev Piano Competition, l’Astana Piano Passion Competition e il Nutcracker Television Contest for Young Musicians, si è aggiudicata nel 2021 il Premio Renzo Giubergia mentre nel 2024 ha ricevuto il Prix Serdang dalle mani di Rudolf Buchbinder e Adrian Flury.

La sua performance al Grand Piano Competition, che gli è valsa il Grand Prix nel 2018, ha fatto il giro del mondo e catalizzato l’attenzione di uno dei pianisti più grandi del nostro tempo, Grigory Sokolov, che l’ha fatta esibire per un paio di stagioni prima dei suoi recital.

Nonostante la giovane età, ha già calcato palcoscenici prestigiosi come la Philharmonie e la Konzerthaus di Berlino, il Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, il Concertgebouw di Amsterdam e la Konzerthaus di Vienna, ricevendo sempre un grande apprezzamento da parte del pubblico e della critica.

Nell’agosto 2024 ha debuttato al Teatro Colón di Buenos Aires. Dopo il suo debutto al Festival di Salisburgo nel 2019, ha collaborato come solista con importanti formazioni e direttori quali la Mahler Chamber Orchestra diretta da Gustavo Dudamel, la Kioi Sinfonietta e Trevor Pinnock in Giappone, la Tonhalle Orchestra guidata da Paavo Järvi, la Royal Stockholm Philharmonic Orchestra e Ton Koopman, l’Orquestra Simfònica de Barcelona diretta da Kazushi Ono e, recentemente, la Bergen Philharmonic diretta da Pietari Inkinen. Attualmente continua a studiare presso l’Ateneo de Música de Málaga.

Il programma della serata,

dedicato a compositori di epoche diverse, traccia un percorso artistico che svela l’evoluzione interpretativa di Alexandra Dovgan.

Si comincia con la Sonata n. 31 in la bemolle maggiore op. 110 di Ludwig van Beethoven, la penultima del suo catalogo sonatistico composta nel 1822.

Una profondità di pensiero filosofica la attraversa soprattutto nel secondo ampio movimento, che si apre con uno straordinario recitativo introduttivo all’arioso, uno degli adagi più dolenti scritti da Beethoven.

In contrasto con l’approccio introspettivo dell’op. 110, la Sonata n. 2 in sol minore op. 22 di Robert Schumann, la cui gestazione durò dal 1831 al 1838, è caratterizzata da uno slancio travolgente. La vitalità e la passione che la animano superano i confini tradizionali del linguaggio pianistico, sfidando le possibilità tecniche dello strumento e dell’esecutore.

Seguono le venti Variazioni su un tema di Corelli op. 42 portate a compimento da Sergej Rachmaninov nel 1931. Ultima sua composizione per pianoforte, sono elaborate sul celebre tema della Follia, una lenta sarabanda di origine portoghese indicata nella Sonata n. 12 per violino di Arcangelo Corelli ma oggetto delle attenzioni di altri compositori, fra cui Bach, Scarlatti, Händel e Liszt.

Chiude la Sonata n. 2 in re minore op. 14 di Sergej Prokof’ev, opera sorprendentemente matura e contraddistinta da marcate contrapposizioni espressive che il ventunenne autore dedicò nel 1912 alla memoria di Max Shmitgov, un compagno di studi morto suicida.

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