Truffa finanziamenti Ivrea, raggiravano imprenditori italiani in difficoltà
La Guardia di Finanza di Ivrea, al termine di un’articolata attività investigativa, ha scoperto e sgominato un’organizzazione dedita a proporre finanziamenti fittizi, elargiti da un Ente di fatto inesistente, nei confronti di imprenditori e lavoratori in critiche situazioni finanziarie.
Denunciati undici soggetti di nazionalità italiana che dietro la maschera di rispettabili professionisti e broker finanziari, tra di essi anche un imprenditore del Canavese e un avvocato di Firenze, riuscivano a carpire la fiducia di piccoli e medi imprenditori di varie zone d’Italia, proponendo finanziamenti elargiti da una fantomatica “Provincia Autonoma del Brandeburgo”.
Le accurate indagini, che si sono protratte per un anno sotto la direzione di Giuseppe Drammis della Procura della Repubblica di Ivrea, e l’esame dell’ingente documentazione amministrativo-contabile sequestrata dalla Fiamme Gialle, hanno consentito di acclarare che il raggiro sarebbe consistito nell’indurre a credere nell’esistenza di un accordo internazionale Italia-Germania finalizzato all’erogazione di fondi di provenienza europea da parte dell’inesistente “Ministero del Brandeburgo” a beneficio di imprenditori italiani dietro presentazione di un progetto industriale o commerciale in territorio tedesco.
A tale scopo veniva anche adoperata falsa documentazione recante loghi e simboli distintivi di enti ed istituti bancari tedeschi.
Per dare maggiore credibilità al sistema fraudolento, alle persone raggirate veniva anche richiesto di aprire un conto corrente in Germania. Per tale operazione gli indagati accompagnavano le proprie vittime in territorio tedesco per fornire la propria “assistenza” per la sottoscrizione del rapporto bancario.
L’esame del materiale informatico e della documentazione sequestrati nonché l’esecuzione di mirate indagini tecniche, hanno permesso di dimostrare come gli indagati avvicinassero le proprie vittime proponendo un finanziamento per il 70% a fondo perduto e per il 30% a tasso agevolato, elargito dalla fantomatica “Provincia Autonoma del Brandeburgo” nei confronti di aziende nazionali che avessero avviato attività economiche in territorio tedesco. Utilizzando questo raggiro, le vittime venivano così indotte a saldare cospicue fatture emesse dagli ideatori della frode, per “consulenze” e “servizi” in realtà mai resi dagli indagati.
Al culmine del piano criminoso veniva rappresentata la necessità di stipulare una polizza fideiussoria proporzionata all’importo del finanziamento richiesto, da effettuarsi direttamente sul conto corrente di uno degli indagati. Il raggiro avrebbe fruttato circa 1 milione 500 mila euro.
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Massimiliano Rambaldi