Ieri mattina all’Unione industriali di Ivrea si è svolto un incontro per discutere il nuovo piano industriale Olivetti presentato da Telecom nelle scorse settimane. Il piano, come noto, prevede la riduzione di oltre 300 addetti sui 538 che lavorano a Ivrea.
La Fiom-Cgil ha dato un giudizio negativo sul piano dichiarandolo irricevibile e ha chiesto di ridiscuterlo totalmente per ripartire dalla difesa delle produzioni e dell’occupazione dell’Olivetti, che si concentra principalmente sul territorio di Ivrea. L’azienda invece ha manifestato al momento l’intenzione di portare avanti il piano presentato e si è dichiarata interessata a proseguire la discussione con le organizzazioni sindacali disponibili. Fiom-Cgil e Fim-Cisl a quel punto hanno abbandonato il tavolo, mentre la Uilm-Uil ha accettato di continuare il confronto.
Al momento, non è stato ancora calendarizzato un nuovo incontro, in attesa anche che si apra un tavolo con il governo e con gli enti locali così come promesso dall’assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero e dal sindaco di Ivrea Carlo Della Pepa in occasione dell’incontro pubblico di martedì scorso promosso dalla Fiom-Cgil. Mercoledì 3 giugno si svolgeranno invece le assemblee con i lavoratori.
Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, e Fabrizio Bellino, responsabile della lega di Ivrea della Fiom-Cgil, spiegano: “È gravissimo che un’azienda come l’Olivetti, che si è sempre dichiarata aperta al confronto, porti avanti uno strappo come questo, continuando la discussione con una sola sigla sindacale per altro ampiamente minoritaria, in un momento così difficile per il futuro dell’azienda stessa: è dal 1985 che sta andando avanti il progressivo smantellamento dell’Olivetti, tra spezzatini e scatole cinesi, con la perdita di 70 mila posti di lavoro. Telecom persegue la desertificazione industriale di Olivetti: chiediamo quindi con forza che la discussione riparta dalla tutela delle produzioni e da nuovi investimenti che possano garantire l’occupazione sul territorio”.
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Massimiliano Rambaldi
