Non si placano le polemiche a Claviere, paese dell’Alta Val Susa e porta di confine dell’Italia.
Una quarantina di migranti provenienti da vari paesi dell’Africa ha infatti occupato una delle sale della Chiesa aiutati da una associazione, che ha più di un appoggio tra le fila dei No Tav e degli antagonisti, destando la preoccupazione dei residenti che temono un’altra Ventimiglia o, peggio ancora, l’inizio di una situazione ingestibile come a Calais.
Il progetto di molti degli occupanti è di andare in Francia e l’associazione punta a sensibilizzare proprio il governo di Parigi creando un problema che definiscono “politico”, ma l’impressione di tutti è che sia una situazione difficile da monitorare costantemente.
“Abbiamo in casa una bomba a orologeria” – racconta un residente. – “A me dispiace per loro e per cosa stanno vivendo, dispiace che la nostra frontiera sia diventata un passaggio per dei disperati, ma chi decise deve capire che Claviere è un paese piccolo e che la situazione può degenerare”.
Gli chiediamo cosa farebbe lui “Cosa farei io? Non so davvero… Ci vorrebbe una politica seria che favorisca dei rimpatri e allo stesso tempo aiuti seriamente i paesi africani”– ci spiega. – “Farli stazionare adesso in un paese come il nostro che vive di turismo e di quel passaggio di chi, ogni giorno, si muove tra Italia e Francia è follia pura… Oggi sono quaranta o cinquanta, ma se diventano centinaia noi cosa facciamo?”
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