La telemedicina salva la vita a una ragazza di 18 anni, arrivata pochi giorni fa al Santa Croce di Moncalieri affetta da una grave e improvvisa forma di diabete. “Una condizione clinica quasi sempre improvvisa e repentina – spiegano i medici del nosocomio moncalierese -, che rappresenta sempre un’emergenza medica. Tale quadro clinico spesso precipita a causa di condizioni intercorrenti, quali malattie acute concomitanti, come potrebbe essersi verificato nella nostra paziente a seguito dell’infezione da Sars Cov2 non nota sino all’arrivo in pronto soccorso”.
La donna infatti è risultata positiva al tampone e a quel punto il personale medico e infermieristico dell’Area COVID ha gestito la fase acuta. Contestualmente è stata avviata fin da subito la co-gestione post acuta del diabete, la cui diagnosi rappresenta sempre un momento di estrema difficoltà per il paziente (soprattutto così giovane) e la famiglia, poiché “stravolge” la vita. “Una volta risolto il quadro acuto – raccontano dall’ospedale -, serve modificare pesantemente le proprie abitudini quotidiane attraverso la pratica di frequenti iniezioni di insulina sotto pelle, il monitoraggio frequente della glicemia, la revisione delle proprie abitudini alimentari e tanto altro”. Nel caso in questione vi era la complicazione ulteriore della infezione da Covid della ragazza e dell’isolamento contestuale della famiglia, che quindi non poteva stare accanto alla paziente in un momento così delicato.
“Abbiamo pertanto deciso di avvalerci, in questa delicatissima fase, della “Telemedicina” e abbiamo effettuato numerose “televisite” (usando piattaforme specifiche) con presenza contemporanea dei medici, della paziente e la famiglia collegata dal proprio domicilio. Con tale tecnologia abbiamo comunicato la diagnosi spiegando che si tratta di una malattia cronica curabile e compatibile con lo svolgimento di una vita normale ma la cui gestione inevitabilmente genera una situazione di stress e cercando di rassicurare in tal senso. Sempre attraverso televisita abbiamo inoltre “educato” la ragazza, in presenza della famiglia “da remoto”, sia al controllo della glicemia interstiziale tramite device in grado di evitare frequenti “buchi” sulla dita, con possibilità di controllo in tempo reale dell’andamento glicemico nell’ambulatorio di Diabetologia sia all’autosomministrazione dell’insulina. tramite penne iniettrici, in modo che la ragazza potesse iniziare già durante il ricovero l’autogestione della propria condizione clinica in previsione della dimissione”. La paziente è stata dimessa e le valutazioni giornaliere verranno svolte attraverso tecniche di Telemedicina fino a quando sarà finito l’isolamento conseguente all’infezione Covid