Cassa integrazione dopo fallimento Bertone Stile, oggi la firma dell’accordo
Oggi, giovedì 24 luglio, verrà firmato un anno di cassa integrazione straordinaria per fallimento per i dipendenti della Bertone Stile.
Nel complicato gioco di scatole cinesi che fa capo allo Stile della Bertone (quattro le aziende: Bertone 100, Bertone Stile, Bertone R&D, Tedi, tutte riconducibili alla proprietà della signora Lilli Bertone e del signor Marco Filippa) che coinvolge 160 lavoratori tra coloro che sono ancora dipendenti e coloro che avanzano crediti, si profila un percorso per i lavoratori dipendenti della Bertone Stile (fallita il 4 luglio) per cui, in attesa di manifestazioni di interesse per l’acquisto che dovranno pervenire al curatore fallimentare nei prossimi mesi, domani si firmerà all’Ufficio regionale del Lavoro un anno di cassa integrazione straordinaria per fallimento, con il possibile percorso per gli attuali 70 dipendenti anche attraverso l’accordo con la Provincia quali “occupati a rischio”.
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La situazione rimane invece complicata per i lavoratori Bertone R&D per cui il contratto di affitto tra Bertone R&D e Tedi (fallita nei giorni scorsi) scadrà il 30 luglio. I lavoratori, che sono attualmente in carico a R&D torneranno in capo a Tedi e per loro si profila un percorso altamente incerto.
Nei giorni scorsi (il 10 luglio) è stata approvata la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti R&D, ma, a 15 giorni di distanza e nonostante varie sollecitazioni, nulla si sa, essendo la proprietà latitante, su chi e in quali tempi compilerà i modelli SR41 che sono necessari per percepire l’indennità.
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Marinella Baltera, della Fiom-Cgil, dichiara: “Per una parte di lavoratori (Bertone Stile) domani si definisce un percorso attraverso i punti individuati con il curatore fallimentare, il consulente del lavoro, la Regione e la Provincia. Per gli altri lavoratori, invece la situazione è drammatica visto che da 10 mesi non percepiscono un euro e i responsabili aziendali non danno risposte in merito alla compilazione dei moduli. I lavoratori sono in condizioni difficilissime, ognuno provi ad immaginare se stesso senza stipendio per 10 mesi… eppure nessuna risposta viene dalla proprietà. La proprietà dichiara di preoccuparsi per i dipendenti e di volersi riprendere l’azienda ma perché non comincia a preoccuparsi dei suoi ex dipendenti trovando soluzioni per la compilazione dei moduli necessari? E quale percorso avranno i dipendenti R&D che non ritorneranno in Tedi? E, visto che non si presentano i libri in tribunale per il fallimento R&D quando pagheranno i lavoratori per i loro crediti? I lavoratori hanno bisogno con urgenza di risposte, non di parole”.
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Massimiliano Rambaldi