Super Tasi governo Renzi, cos’è, come calcolarla, come pagarla, info
Cambia il nome, ma la sostanza rimane piuttosto immutata. Se l’anno scorso di questo periodo le prime pagine dei tg e dei giornali erano invase dall’Imu, oggi è la volta della Tasi. Il primo provvedimento del governo Renzi riguarda proprio la Tassa sui Servizi Indivisibile. La Tasi, dal gennaio 2014, sostituisce l’Imu, presentando un funzionamento per certi versi simile e delle conseguenze economiche sugli italiani, famiglie ed imprese, in certi casi addirittura peggiori. Scopriamo tutto sulla Super-Tasi del governo Renzi.
REBUS IMU “RISOLTO”, ARRIVA LA SUPER-TASI – E alla fine fu la volta della Super-Tasi. Niente più Imu, o forse no. La differenza tra la Super-Tasi di Renzi e l’Imu di Monti è minima. Certo, si potrebbe dire che la Tasi serve a finanziare la copertura di servizi indivisibili offerti dai comuni ai cittadini, mentre l’Imu aveva più le sembianze di una tassa sul patrimonio. Ma le differenze, lo ripetiamo, sono veramente minime.
– In ogni caso il caso Iuc sembra essere finito. La ristrutturazione del trittico Tasi, Imu e Tari sembra essere completato e sembra aver assunto l’assetto definitivo, almeno per questo 2014. Frutto di un accordo del precedente governo, Renzi non ha fatto altro che “scriverlo a penna”. Ora si attende il passaggio parlamentare, che non sarà affatto facile.
– Sulla prima abitazione, comunque, la Tasi si abbatterà esattamente come l’Imu 2012 di Monti con le detrazioni che saranno definite a livello locale. Quali conseguenze avrà tutto questo? Sarà interessante saperlo non solo sulle famiglie, ma anche sulle imprese che vedranno l’aliquota massima salire fino all’11,4 per mille, rispetto i 10,6 della precedente Imu.
– Insomma. La Tasi sembra una nuova Imu, per certi versi ancora peggiore.
RENZI: “SOLO” UNA FALSA PARTENZA – Il primo provvedimento del nuovo esecutivo targato Matteo Renzi non ha riguardato i temi tanto sbandierati del job acts, della riduzione del cuneo fiscale, delle pensioni o della semplificazione.
– Il primo provvedimento dell’ex sindaco di Firenze rischia di essere un nuovo, banale, aumento delle imposte a carico degli italiani, famiglie o imprese poco cambia.
– Il volto nuovo della politica italiana ha deciso di mettere nero su bianco un decreto che consente ai sindaci ad aumentare la nuova Tassa locale sui Servizi Indivisibili fino al 3,3 per mille per l’abitazione principale e fino all’11,4 per mille sugli altri immobili. Un aumento che arriva fino allo 0,8 per mille se lo si confronta con quanto era previsto fino a poche ore fa.
– Sul fronte del fisco, sembra che il nuovo esecutivo sia partito con il piede decisamente sbagliato. Anche se la troupe del 37enne toscano si è affrettata a dire che gli introiti aggiuntivi di questo aumento potrebbero essere prontamente destinati a finanziare degli aiuti alle famiglie a basso reddito.
– Il condizionale è però d’obbligo visto che la norma, a quanto si sta apprendendo in queste ore, non impone in alcun modo ai Comuni di destinare questo aumento a sgravi e detrazioni in favore del ceto più basso. Questa decisione spetterà ai sindaci.
RENZI: IL NUOVO ROBIN-HOOD? – Rubare ai ricchi per aiutare i poveri. Un tema tanto caro alla sinistra italiana che parte da una base molto chiara: in Italia, oggi, chi ha la casa è ricco. Un’affermazione un pò troppo condizionata da luoghi comuni.
– Avere una casa di proprietà, nel nostro Paese, in certi casi può voler dire essere benestanti, ma in moltissime altre situazioni significa aver fatto, soprattutto per chi oggi ha più di 50 anni, importanti sacrifici in passato per poter assicurare un futuro migliore a sé stessi ed ai propri figli.
TASI: TORNIAMO AL SUO FUNZIONAMENTO – Dal 2014 non si pagherà più l’Imu sulle 19,7 milioni di abitazioni principali; l’Imposta Municipale Unica è stata sostituita dalla Tasi, che ha un’aliquota base dell’1 per mille che i Comuni potranno alzare fino al 3,3 per mille. Il limite massimo, prima di questo primo provvedimento targato Renzi, era del 2,5 per mille.
– Questo aumento, come detto poche righe sopra, è destinato ad essere usato dai sindaci per introdurre detrazioni o altre forme di sgravi fiscali; la Tasi, nella sua versione precedente, non prevedeva in alcun modo questi “sconti”.
– Abitazioni di lusso: capitolo a parte per le 73mila abitazioni di lusso (A/1 dimore signorili, A/8 ville ed A/9 castelli). Su queste abitazioni si continuerà a pagare l’Imu sulla prima casa (aliquota massima del 6 per mille e con detrazione massima di 200 euro), ma dovrà essere versata anche la Tasi (sempre con aliquota massima del 3,3 per mille). Nel complesso, in ogni caso, Imu + Tasi non potranno superare il 6,8 per mille.
– Seconde case e fabbricati: discorso simile per le seconde case e per tutti gli altri fabbricati, dove si dovranno pagare sia l’Imu che la Tasi. Nella versione precedente la somma dei due tributi non poteva superare il 10,6 per mille, mentre ora questo limite massimo è stato alzato all’11,4 per mille.
– Abitazioni in affitto: anche in questo caso troviamo Imu + Tasi con un limite massimo portato all’11,4 per mille. C’è però una necessaria precisazione: la Tasi, nella quota compresa tra il 10 ed il 30%, sarà pagata dall’inquilino, mentre l’Imu verrà sempre pagata dal proprietario.
– Abitazioni in leasing: c’è solo una differenza rispetto alle abitazioni in affitto; la Tasi è interamente a carico del locatario.
TASI: COME CALCOLARLA? – L’avevano giurato. L’Imu, a partire dal 2014, doveva sparire interamente dal vocabolario italiano. E in effetti dal 2014 l’Imu non si pagherà più; siamo chiamati a versare la Tasi. Volete sapere come si calcola la Tasi? Esattamente come l’Imu…
– Si parte dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato precedente per il coefficiente del proprio immobile (ad esempio 160 per le abitazioni). Su questo valore catastale si applica l’aliquota stabilita dal proprio Comune di residenza, con le eventuali detrazioni previste su base locale.
QUANDO E COME SI PAGA? – F24 o bollettino postale sono i due metodi di pagamento per versare la Tasi. I termini di pagamento, invece, possono variare da Comune a Comune. La legge garantisce la possibilità di pagare l’intero importo entro il 16 giugno.
ED E’ SOLO L’INIZIO… – Arriva una nuova mazzata sulle casse degli italiani. Inevitabile arrivare a questa conclusione.
– L’analisi della Cgia di Mestre mostra che sui capannoni è previsto un incremento di entrate fiscali di 650 milioni di euro, mentre alle imprese questa nuova versione della Tasi costerà 1 miliardo.
– A questa visione si accoda Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: “Ho visto i numeri oggi, sembra un’altra botta pare ancora una volta che si voglia aumentare il carico fiscale e recuperare risorse invece di ridurre i costi”.
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Matteo Torti