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Documentario “Bulli e Pupe” Torino Film Festival 25 novembre 2018, ingresso gratuito

23/04/18-Foto Giovanni Garavaglia
BAFF Ba film festival conf stampa Milano
nella foto , Steve Della Casa co direttore artistico Baff

Continua l’incursione nella musica – e nelle immagini – del direttore artistico del B.A. Film Festival. Dopo Nessuno ci può giudicare, documentario premiato con un Nastro d’Argento che rappresentava la società italiana degli anni Sessanta attraverso i “musicarelli”, Steve Della Casa aggiunge un altro tassello alla sua personale storia d’Italia e insieme a Chiara Ronchini firma Bulli e Pupe – Storia sentimentale degli anni Cinquanta. Il nuovo lavoro fa un salto indietro nel tempo rispetto al precedente e racconta il periodo dal secondo dopoguerra all’alba del 1960.
“La ricostruzione, la nascita delle ‘grandi città’, la speculazione edilizia, la migrazione interna e all’estero, la ricerca di lavoro e di casa, i sogni, il cinema e la sua illusione, la scoperta del tempo libero, la rabbia, la protesta, l’alienazione, una nuova affettività e un nuovo dibattito sessuale… Un momento folgorante, un pugno di anni in cui l’Italia si scoprì viva, libera, e diventò quella che ancora oggi viviamo. A farcelo vedere, immagini rare e splendide dell’Archivio storico Luce, e di altri importanti fondi; alcuni film celeberrimi, o meno ricordati, di Risi, Germi, Castellani, Corbucci, Zurlini e altri. E le voci di intellettuali che quel lampo di tempo fermarono impietosamente, e felicemente: Parise, Bianciardi, Ortese, Flaiano, Pasolini, Calvino…”
Prodotto da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Titanus, il documentario verrà proiettato fuori concorso al Torino Film Festival nella sezione “Festa Mobile” domenica 25 novembre alle 17.45 al cinema Reposi (Via XX Settembre 15, Torino) e successivamente lunedì 26 novembre alle 16.00 e martedì 27 novembre alle 11.30.
Di seguito sinossi e nota di regia.
Sinossi
Un viaggio dentro l’Italia dal secondo dopoguerra fino all’alba del ‘60, quando i ragazzi che avevano vissuto impotenti gli orrori del conflitto iniziavano a progettare un futuro nuovo, pieno di speranze ma anche denso di contraddizioni, che puntualmente esploderanno in seguito.
Tra balli e canzoni, tra tradizioni secolari e mutamenti repentini, il film del paese che comincia a diventare quello che ancora oggi conosciamo, con le sue imprese straordinarie e i suoi peccati originari.
Un paese che in un pugno di anni visse un cambiamento come non viveva da secoli, in un racconto intessuto di magiche immagini di archivio e di alcuni film simbolo, contrappuntate con le analisi che gli intellettuali più lucidi già proponevano mentre tutto questo avveniva.
Una breve nota di regia
“Di solito si raccontano gli anni Cinquanta italiani come gli anni della guerra fredda, della contrapposizione tra cattolici e comunisti. Lavorando su tanti archivi (ovviamente l’Istituto Luce, ma anche la library Titanus, i Superottimisti che raccolgono i film di famiglia, il Centro Sperimentale – Cineteca Nazionale) abbiamo visto come le immagini raccontassero anche un’altra storia. E leggendo e ascoltando testi che intellettuali di più parti politiche realizzavano in quegli anni per la Radio, o per l’università, o per i loro saggi, abbiamo capito che le speranze e le contraddizioni di quegli anni potevano essere raccontate anche in una luce diversa, come una progressiva onda che vedeva protagoniste proprio le giovani generazioni, le stesse che nel decennio successivo (da noi raccontato in Nessuno ci può giudicare) avrebbero rivoluzionato il mondo intero”.
Foto e Notizie:  Ufficio Stampa B.A. Film Festival

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