Intervista a Phil Campbell, una storia di rock tra Motörhead e Bastard Sons
Geniale, eclettico o più semplicemente unico. Questi potrebbero essere i complimenti giusti per la chitarra dei Motörhead Phil Campbell che oggi sembra ormai un vero profeta del rock nel tour che lo vede impegnato con i suoi figli.
I Phil Campbell and the Bastard Sons sono l’ultima sfumatura musicale di un musicista che, dopo la scomparsa di Lemmy, ha creato un nuovo progetto valorizzando i suoi ragazzi e onorando quell’amico con cui per tanti anni ha condiviso il palco.
CronacaTorino lo ha raggiunto prima dello show di Parma e lui ha voluto raccontarsi partendo proprio dai suoi ragazzi.
Buonasera Phil e grazie per questa opportunità, è davvero un grande piacere poterti intervistare
Grazie a te e piacere mio
Comincio chiedendoti: cosa ti aspetti da questi due concerti italiani?
Beh spero che i fans si divertano… Siamo qui per fare del rock e dunque non troverete politica o altre faccende… Solo musica! Spero tanto che gli italiani trovino belli questi show, io amo l’Italia e un po’ di sangue del Bel Paese scorre dentro di me.
Parliamo di questo nuovo EP, sei nuove canzoni e tanta voglia di fare musica….
Vado molto fiero del lavoro fatto su queste nuove canzoni, penso che i miei figli siano stati bravissimi! Alcune cose penso le suoneremo già in queste date e quindi dovete solo venirci a vedere. Tu hai già avuto modo di sentirlo?
Sì e credo che Life in Space sia davvero una bellissima canzone
Lo penso anche io, credo suoni un po’ come quelle classiche ballate rock e chissà che non diventi un classico questo pezzo…
Il calore dei fans nei confronti della band è davvero notevole. Ti aspettavi tutto questo interesse?
Mi aspettavo di tutto… Ho la fortuna di avere dei figli che sono incredibili in tutto ed è bellissimo aver la possibilità di suonare con loro.
Quando c’è stata la possibilità di lavorare e suonare assieme ho cambiato il nome alla band e abbiamo cominciato… L’unica a non essere contenta del cambio è stata mia moglie… Pensa che dopo aver visto il nome non mi ha parlato per tre giorni.
Più avanti penserò anche al mio album da solista e uscirà anche un mio libro.
Il ricordo di Lemmy è sempre vivo nella mente di tutti. Cosa rimane di lui nella musica della tua band?
E’ sempre difficile parlare di Lemmy, pensare che non sia più qui tra noi… I miei figli sono cresciuti nel suo mito e per loro era un amico oltre che un punto di riferimento. E’ rimasto comunque tutto degli anni passati in giro per il mondo con lui… Tutto.
Phil, ultima domanda, un saluto ai fans italiani
Continuate a credere nella musica e nella vita che rimane sempre fantastica