Dalle prime ore di questa mattina i Finanzieri del Comando Provinciale di Torino stanno notificando provvedimenti emessi dal Tribunale di Torino in ordine al fallimento di una importante società piemontese ed al dissesto finanziario di una seconda ad essa legata. Secondo quanto spiegato, l’impresa, leader nel settore ed attiva da decenni nella commercializzazione di presse industriali, avrebbe creato un “buco” societario che vede coinvolti sia i creditori sia l’erario per un debito di oltre 17 milioni di euro.
In base a quanto appurato, l’imprenditore è stato arrestato questa mattina dai Finanzieri del Gruppo Torino unitamente al personale della Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo presso la Procura sabauda, che hanno anche sottoposto a sequestro numerosi conti correnti, denaro contante, automezzi nonché ed un intero capannone industriale ad aiutare, per così dire, l’imprenditore nel suo disegno, un noto professionista che si occupava delle due aziende.
Il commercialista si sarebbe prodigato attivamente negli illeciti, “aggiustando” la contabilità, in piena consapevolezza dei propositi criminosi perpetrati. Il professionista, per ora, non potrà più dispensare i propri “consigli”: infatti, per lui, oltre all’avviso di garanzia, è stato disposto il provvedimento di interdizione dall’esercizio della professione per i prossimi sei mesi.
A rendere ancora più insidioso il meccanismo fraudolento scoperto dai militari delle Fiamme Gialle, l’utilizzo, ormai immancabile, di una “testa di legno”: una donna alla quale l’imprenditore e il commercialista hanno pensato bene di lasciare, ma solo formalmente, l’amministrazione di una terza società, con il compito di apporre firme facili su bilanci truccati, con l’unico vero scopo di “spolpare” rami d’azienda in salute economica ed evadere le tasse.
Dissipazione del patrimonio societario, distrazione di beni aziendali, sistematiche omissioni di versamenti fiscali e contributivi, sottrazione fraudolenta a procedure di riscossione coattiva: questi i principali reati contestati al binomio criminale, che, oltre a danneggiare i numerosi creditori aveva accumulato un debito verso l’Erario per oltre 17 milioni di euro.
Nessuna intenzione da parte dell’imprenditore di appianare il dissesto: nei propositi criminosi vi era una soluzione ben più efficace, bastava portare a totale decozione l’azienda per vanificare ogni pretesa tributaria. Gli accertamenti, avvalorati anche dalle prove acquisite mediante le indagini tecniche, hanno consentito di fare piena luce sul progetto delittuoso posto in essere con assoluta lucidità.
Tra gli episodi accertati anche il tentativo di sottrarsi ad una azione esecutiva di Equitalia, infatti, il conto corrente societario è stato svuotato improvvisamente per un importo pari a 140.000 euro. Tale proposito, solo inizialmente riuscito, è stato vanificato dal sequestro eseguito dalle Fiamme Gialle torinesi del denaro contante e dei beni personali dell’imprenditore.