“Marie Curie” alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani
Marie Curie non è stata solo una scienziata immensa, una pioniera dell’emancipazione femminile; Marie è stata un’avventuriera, un’esploratrice nel vero senso della parola. Ha navigato in mari di pregiudizio, ha scalato montagne di difficoltà, scegliendo sempre la sua rotta, con una dedizione ascetica allo studio e alla scienza, ma anche un amore incommensurabile verso la natura e l’essere umano. La sua storia è densa di passione, tenacia e volontà, è un’avventura ispiratrice dedicata ai ragazzi e alle ragazze di oggi.
Lo spettacolo, venerdì 8 marzo alle ore 20.45, in forma di monologo racconta, con pochi oggetti scenici, uno spaccato storico incredibile – quello dei primi del Novecento in cui tutto è possibile, le Grandi Guerre sono ancora da venire, il Positivismo alimenta la speranza e la Scienza è il baluardo dell’evoluzione del genere umano. In questo contesto si colloca Maria Sklodowska, una giovane polacca che con le sue sole forze e – per un periodo – un grande uomo di fianco, riesce a fare una scoperta che rivoluzionerà il mondo a venire.
Maria Sklodovska nasce nel 1867 in una Varsavia occupata dalla Russia, in una famiglia in cui si studia: i genitori sono presidi di istituti superiori e lo studio, in un momento storico in cui ogni rivolta armata è stata sedata nel sangue, sembra essere l’unico modo per ribellarsi.
La vicenda si srotola dall’infanzia di Marie al viaggio a Parigi, gli studi, le due lauree, l’incontro con Pierre, la scoperta del Polonio e del Radio, i due Nobel, per arrivare fino alla Prima Guerra Mondiale, l’invenzione delle ambulanze con macchine radiografiche, la fondazione dell’Istituto del Radio e il decessio per anemia aplastica. Ma lo spettacolo non è solo una redazione cronologica di una serie di eventi.
La ricerca drammaturgica, potendosi avvalere di una gran quantità di materiale biografico, racconta non solo la parte epica e scientifica, ma cerca di cogliere anche la parte umana: le scelte, le difficoltà, le motivazioni profonde che hanno spinto lei – come altri grandi menti dell’inizio delsecolo scorso – a indagare oltre il conosciuto, per rivelare nuove e inimmaginabili prospettive.
Dai 12 anni