Dal cuore della Nuova Zelanda al CUS Torino Rugby

“Whaowhia te kete mātauranga – Riempi la cesta della conoscenza” è con questo proverbio maori che si può riassumere la giornata appena conclusa all’Albonico. In questo giovedì pre-pasquale il CUS Torino Rugby ha avuto il piacere di ospitare dalla Nuova Zelanda la selezione U17 del Club Taieri Rugby. È stata un’esperienza unica ed emozionante che ha visto due realtà provenienti da due emisferi diversi scontrarsi sullo stesso campo.
Il Taieri Rugby Club, proveniente dalla regione di Otago, è un club storico del Paese formatosi nel 1883. Un vivaio di talenti che porta con sé non solo una tradizione tecnica, ma anche una profonda cultura sportiva.
Accogliere una squadra proveniente dalla Nuova Zelanda, culla del rugby mondiale, è stata un’opportunità preziosissima per i nostri ragazzi che hanno avuto modo di confrontarsi con un’altra visione del gioco e con uno stile diverso.
Questa esperienza rappresenta in pieno la missione del club: formare giovani attraverso lo sport, trasmettendo non solo competenze tecniche, ma anche rispetto, spirito di squadra e passione. Esperienze come questa permettono ai ragazzi cussini di misurarsi e di crescere non solo come giocatori, ma come persone.
Una giornata all’insegna dello sport e della condivisione culminata in un entusiasmante match fra i ragazzi neozelandesi e una selezione mista NRG Academy di U16 e U18.
Nonostante il maltempo, l’amichevole è stata combattuta e avvincente, regalando emozioni sia in campo che sugli spalti. Il momento più intenso è arrivato alla fine della partita, quando i giovani neozelandesi si sono esibiti nella Haka, la tradizionale danza maori, lasciando tutti senza fiato.
A fine incontro, il capitano dell’Under 18 Samuele Belcastro ha commentato: “È stata una bellissima giornata, un’occasione unica per conoscere i ragazzi del Taieri ed entrare in contatto con una cultura diversa. Particolarmente emozionante è stato assistere alla danza Haka finale. Un’esperienza sicuramente da rifare!”
Questa è la dimostrazione di come il rugby possa fare da ponte tra mondi diversi, e di come possa diventare un linguaggio universale capace di unire culture e storie diverse. E come direbbero i nostri amici neozelandesi: “Ngā mihi nui Taieri Rugby, ka kite anō!”.