Scienza e Tecnologia

Storia di Marte, dall’olivina un aiuto agli studiosi

Il Pianeta Rosso come fonte di space debris in seguito ad evento cruciale avvenuto in un lontano passato: è quanto afferma lo studio “Implantation of Martian Materials in the Inner Solar System by a Mega Impact on Mars”, condotto da un team del Tokyo Institute of Technology e pubblicato recentemente su The Astrophysical Journal Letters. Gli autori della ricerca sono partiti dall’olivina, un minerale che costituisce il principale componente del mantello superiore di Marte e che è stato individuato anche su alcuni asteroidi denominati ‘troiani di Marte’ e su quelli presenti nella fascia principale e classificati come ‘tipo A’.
L’olivina, secondo gli studiosi, proverrebbe dal Pianeta Rosso e questo fenomeno sarebbe il risultato di un impatto di vaste proporzioni avvenuto miliardi di anni fa. Marte, infatti, presenta numerosi segni che fanno pensare ad un evento così cruciale: ad esempio, l’emisfero nord e quello sud hanno un aspetto molto differente, e quello nord presenta un ampio bacino (Borealis Basin) che ne copre oltre il 40%. Inoltre, l’orbita del pianeta, la sua velocità di rotazione, le sue lune possono essere spiegate con il verificarsi di un impatto molto violento avvenuto circa 4 miliardi di anni fa.
Gli autori dell’articolo ritengono che un fatto del genere possa aver sparso frammenti nel Sistema Solare e hanno realizzato una serie di simulazioni idrodinamiche per comprovare la loro ipotesi. I parametri presi in considerazione sono la massa, la velocità dell’oggetto che ha investito Marte e l’angolazione dell’impatto; testando varie combinazioni di questi fattori, il gruppo di lavoro ha riscontrato che durante un evento del genere dal Pianeta Rosso si sarebbe prodotta una vasta messe di detriti, provenienti per circa il 2% dal mantello ricco di olivina. Questi detriti, quindi, potrebbero essere tra i componenti all’origine degli asteroidi che presentano questo particolare minerale, cioè i ‘tipo A’ e i ‘troiani di Marte’. Il team della ricerca ritiene che le simulazioni effettuate possano schiudere nuovi scenari di studio per mappare le fasi del passato di Marte.
Foto: wikipedia.org
Notizie: Ufficio Stampa ASI/Valeria Guarnieri

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