Interviste

Intervista a John Giblin, il geniale bassista racconta una carriera pazzesca

Anno nuovo e nuove interviste. La prima è una lunga chiacchierata con il bassista inglese John Giblin

Il musicista britannico ha uno stretto legame con l’Italia e i suoi musicisti, ma più in generale è un vero talento capace di emozionare e stupire il suo pubblico. Ha voluto raccontare a Cronaca Torino un po’ della sua lunga carriera e del desiderio di vivere in Italia.

Ciao John e grazie per questa intervista. Parlaci un po’ di te, che succede sul pianeta Giblin?
Hi Alessandro – ciao Italiani..! Durante lo scorso anno sono stato molto impegnato lavorando con Kate Bush e quindi sono molto contento di rilassarmi ora, ma sono anche pronto per una nuova tournee
Sto lavorando ad un mio progetto con musicisti bravissimi e ad altri che però non ti posso nominare. Sto preparando un 2016 molto impegnativo

Hai lavorato con tantissimi artisti con passione e grandissimo successo… Raccontaci… Qual’è il tuo segreto? 
Molto gentile! Spero solo che la mia passione sia davvero evidente a tutti. Il mio segreto? Probabilmente è la paura! Come musicista in studio devo suonare quello che mi viene richiesto… Qualunque genere sia!
Aspiro sempre a dare il massimo della mia esperienza, ma man mano che invecchio i miei istinti musicali competono molto con la descrizione del mio lavoro. Comunque sono fortunato visto che alla gente piace quello che suono.

In Italia hai lavorato con Eros Ramazzotti, come lo descriveresti?
Eros è una persona davvero simpatica. Ho lavorato con molti artisti italiani, il primo fu Lucio Battisti quando ero molto giovane. Ho fatto molti tour e inciso molti bellissimi album con Claudio Baglioni. Recentemente ho inciso delle canzoni con Renato Zero e Loredana Bertè e sono stato davvero felice di lavorare di nuovo con Franco Battiato allo studio George Martin di Londra. Penso comunque che andrò presto a vedere uno show di Eros.

Qual’è stato il momento più bello con Eros?
Il ricordo più piacevole è sempre la sua energia pazzesca! Poi ho avuto il piacere di lavorare con musicisti meravigliosi come Phil Palmer e Steve Ferrone.

Hai lavorato con Phil Collins e Peter Gabriel. Che differenze hai trovato tra i due?
Hah! Beh….. Sono decisamente due animali differenti!
Peter avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. La sua musica, la sua creatività e il suo coraggio nello spingersi verso le frontiere della sperimentazione del pop.
I suoi sforzi per Amesty International, Nelson Mandela, Womad dove investì davvero pesantemente (fu quasi un disastro a livello finanziario e lui dovette riunirsi con i Genesis per un tour!).

Cosa pensi di questo ritorno di Phil Collins?
Non sapevo che stesse programmando un ritorno sulle scene. Io e lui abbiamo lavorato su tantissimi progetti tra cui Brand X e John Martyn. Ho inteso molto bene i suoi problemi di salute e quindi in bocca al lupo Phil!

Hai lavorato anche con Mark Knopfler, Sting and Clapton. Cosa ricordi di quella esperienza?
Ho lavorato con Eric per tantissimi anni nei suoi album. Era un concerto per George Martin a Londra e lì c’erano anche Mark e Sting.

Il miglior momento della tua carriera?
Ho avuto tanti momenti memorabili. Il Live Aid di Philadelphia per esempio. Dancing around the stage durante un tour di Peter Gabriel quando l’elettricità ci lascio a terra!
Ho registrato tante canzoni con i miei idoli! Paul Mc Cartney, John Lennon, and the Everly Brothers. Roberta Flack mi chiese un assolo durante un live! Al Green mi  disse che ero un grande bassista!
Ho avuto una telefonata di Kate Bush “Voglio fare tanti shw dal vivo!”… E sono stati fantastici! Cara Kate- noi lavoriamo assieme dal 1978!!
La band di Kate era una perfetta combinazione di David Rhodes, Omar Hakim e Minu Cinelu. Ero davvero un bassista felice!

C’è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare?
Oh che domanda! Contrabasso con Joni Mitchell??

Qual è, secondo te, il miglior album su cui hai lavorato?
Molto difficile! La più belle sfida musicale?  Peter Gabriel (album 3)… Sperimentazioni e pericolo! Ma anche “Tilt” di Scott Walker.

Cosa ne pensi del nostro paese?
Lo amo.I miei migliori amici sono italiani. Continuo a sperare di poter vivere in Italia un giorno. Con Claudio avevo la mia macchina e quindi ho potuto girare molto. Una benedizione essere in giro con persone meravigliose nel più bel paese ed essere pagati.

Un messaggio per i fans
Cari italiani mi mancate… Sto per lasciare l’Inghilterra… Sono pronto!

Foto in evidenza: wikipedia.org Foto interna: dslegacy.com

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