Nuova udienza processo ThyssenKrupp Torino, Cauferi: “Non smetto di pensare a quella notte”
Questa mattina, nell’aula del palazzo di giustizia di Torino, si è svolto la nuova udienza sulla vicenda ThyssenKrupp, legata al rogo scoppiato nella nota azienda durante i primi giorni di dicembre 2007. Oggi è stato il turno di Cosimo Cauferi, responsabile della sicurezza dell’impianto, ritenuto colpevole dalla seconda corte d’Assise di omicidio colposo. Secondo l’accusa, non avrebbe provveduto a fornire dotazioni di sicurezza adeguate a fronteggiare un’emergenza come quella occorsa nel dicembre 2007.
LACRIME E DICHIARAZIONI IN AULA – Durante il processo d’appello svolto questa mattina, Cauferi si è difeso dalle accuse mosse dal PM Raffaele Guariniello, riguardanti il suo ruolo nella tragedia.
– Il commosso responsabile alla sicurezza si è affidato ad una sentita dichiarazione spontanea: «Non c’è giorno in cui non pensi a quella notte. Io li conoscevo tutti. E con molti di loro avevo un rapporto che andava al di là dell’essere colleghi».
– La dichiarazione di Cauferi è continuata con parole precise: «Nel corso della mia attività ho migliorato la sicurezza di molti impianti contribuendo a ridurre il numero degli infortuni. Quell’evento del 2007 non ha avuto niente a che fare con quanto avevo conosciuto in trent’anni di stabilimento. Se avessi avuto sentore che poteva accadere, mi sarei dimesso e avrei denunciato l’azienda».
IL RICORDO DELLA TRAGICA NOTTE – Durante notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, otto operai delle “Acciaierie di terni – ThyssenKrupp Torino” di Corso Regina Margherita furono investiti da un getto d’olio bollente in pressione.
– Sette di loro morirono nel giro di un mese a causa delle estese gravi bruciature, mentre uno di loro riportò ferite non gravi.
– L’indagine appurò immediatamente la mancanza delle misure di sicurezza dell’impianto: 3 estintori su 5 risultarono scarichi, numerosi idranti d’emergenza non funzionarono e non sarebbe stato presente alcun tipo di personale competente al momento dell’incidente.
IL PROCESSO – Le indagini portarono all’individuazione di numerosi responsabili, tra cui l’AD di ThyssenKrupp Herald Espenhahn, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, e cinque tra dirigenti e dipendenti della filiale torinese: Gerald Prigneitz, Marco Pucci, Giuseppe Salerno, Daniele Moroni, Cosimo Cauferi, tutti accusati di omicidio colposo con colpa cosciente.
– Nel 2008, l’azienda tedesca si accordò con le famiglie delle vittime, concedendo un risarcimento di 12 milioni di euro circa.
– Malgrado la cifra milionara, la seconda Corte d’Assise dichiarò Espenhahn colpevole del capo d’imputazione, richiedendo per lui 16 anni di carcere.
– Per il gli altri cinque indagati, tra i quali Cauferi, le pene richieste andavano da 13 anni e 8 mesi di carcere, a 10 anni e 10 mesi.
– L’attuale ricorso in appello determinerà la conferma o la riduzione della pena a carico degli imputati.
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Di Redazione