Il mondo del commercio si mobilità per la decisione del Governo di chiudere il mondo della ristorazione alle 18. Sono in molti a chiedersi perché proprio quelle categorie di lavoratori debbano pagare il prezzo più alto per limitare il contagio. “E’ sempre colpa del mondo della ristorazione anche quando abbiamo visto gli assembramenti nelle piazze per le feste, sui trasporti e alle fermate degli autobus o della metro? Oppure durante le funzioni religiose?”
Confesercenti, da oggi, sarà al fianco dei lavoratori del settore, che rischiano seriamente di non poter più riaprire la propria attività. Dalle 18 verrà appeso un manifesto di protesta in migliaia di bar, ristoranti e pub della provincia di Torino. “Alle 18.00 siamo costretti a chiudere, ma avere un futuro è un nostro diritto”. È questo il messaggio del manifesto ideato dalla Fiepet, la federazione dei pubblici esercizi di Confesercenti come protesta contro le restrizioni introdotte dal Dpcm. “Il provvedimento, di fatto, mette in stato di lockdown la somministrazione. Chiudere alle 18, significa rendere impossibile o quasi il proseguimento dell’attività. Bisogna intervenire subito o le imprese non resisteranno”, spiega Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e presidente nazionale di Fiepet-Confesercenti. “Il governo – dice – deve agire: servono ristori adeguati, soluzioni per gli affitti e per il credito, meno burocrazia. E, soprattutto, è necessario che i sostegni del ‘Decreto Ristori’ arrivino fin da subito. Non c’è più tempo da perdere: bar, ristoranti e pub sono già ai limiti dopo un anno disastroso, lo stop decretato dal Dpcm rischia di far saltare migliaia di attività e di posti di lavoro”.