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Sentenza Berlusconi: condanna, interdizione, dettagli processo Mediaset

E’ una sentenza piena di punti interrogativi quella che la Suprema Corte, poco prima delle 19.45 di giovedì 1° agosto 2013, ha pronunciato nei confronti di Silvio Berlusconi, nell’ambito del processo Mediaset.

 

LA LETTURA DELLA SENTENZA – Dopo sette ore di Camera di Consiglio, alle 19.40 i giudici della Suprema Corte  hanno finalmente letto la sentenza su Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset.

– La Corte di Cassazione, è detto nel dispositivo della sentenza, “annulla la sentenza impugnata nei confronti di Silvio Berlusconi limitatamente alla statuizione relativa alla condanna alle pena accessoria per l’interdizione temporanea per anni 5 dai pubblici uffici per violazione dell’art. 12, comma 2, decreto legislativo 10 marzo 2000 n. 74 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione della Corte d’Appello di Milano perché ridetermini la pena accessoria nei limiti temporali fissati dal citato articolo 12, ai sensi dell’art. 133 codice penale, valutazione non consentita alla Corte di legittimità. Rigetta nel resto il ricorso del Berlusconi nei cui confronti dichiara, ai sensi dell’articolo 624 comma 2 codice procedura penale, irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata”.

– L’ex premier italiano non esce vincitore, ma nemmeno sconfitto: confermata la condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale nell’ambito dell’acquisizione dei diritti tv dagli Stati Uniti; per quanto riguarda l’interdizione dai pubblici uffici, invece, questa è da ridefinire e lo dovrà fare una diversa Corte d’Appello di Milano.

– Non scattando subito l’interdizione, Berlusconi non viene automaticamente estromesso dalla politica attiva; certamente, però, resta la “macchia” della condanna passata in giudicato.

– Il primo commento “terzo” è quello che arriva da Bruti Liberati, procuratore di Milano, che si limita a dire che “la pena principale è definitiva ed eseguibile”.

 

COSA SUCCEDERA’ ORA A BERLUSCONI? – Al di là della lettura della sentenza, ciò che ora interessa a tutti sapere è cosa succederà al Cavaliere. Per effetto dell’indulto, dei quattro anni di reclusione ne dovrebbe scontare solamente uno.

– L’unico anno da scontare dovrà essere effettivamente scontato ai domiciliari o in affidamento ai servizi sociali. E questo si porterà con sé degli stravolgimenti, anche sul fronte politico, visto che scatta l’incandidabilità.

– Silvio Berlusconi dovrà infatti attendere prima il parere della giunta per le Immunità, poi la decisione dell’aula del Senato, che a scrutinio segreto voterà la presa d’atto della condanna.

– Silvio Berlusconi, però, potrebbe emulare quanto fece Cesare Previti, cioè dimettersi da senatore dopo aver fatto votare la giunta per le Immunità, ma prima del voto dell’aula. Ossia una volta compreso che i numeri finali non gli salverebbero il seggio.

– Ad ogni modo, causa ferie del Tribunale di Milano fino al 15 settembre, la decisione politica finale non potrà essere presa prima del 16 ottobre 2013.

 

LO SCENARIO POLITICO – Oltre alle sorti personali, ciò che interessa ai cittadini è anche la tenuta del governo Letta che, come ben sappiamo, è sostenuto oltre che da Scelta Civica, anche da Pd e Pdl.

– Il fronte sinistro, unito in questo caso a Sel e MoVimento 5 Stelle, potrebbe levare la richiesta di porre fine ad un’alleanza, quella con il Pdl, di per sé anomala ed, ora, viziata da una condanna penale sulle spalle del leader del centrodestra.

– Dal fronte di destra, invece, non dovrebbero esserci sconvolgimenti, visto che Berlusconi più volte aveva detto di considerare slegate le sorti personali con quelle dell’esecutivo. Resta da vedere, però, cosa penseranno i parlamentari del Pdl.

– Sono della tarda serata di mercoledì 1 agosto 2013, ad esempio, le dichiarazioni dell’onorevole Biancofiore, che ha spiegato di voler rimettere nelle mani di Berlusconi il mandato di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri del governo Letta.

– Difficile, ad ora, dire se questa iniziativa sarà seguita da altre manifestazioni simili di dissenso verso la sentenza; azioni che, inevitabilmente, potrebbero mettere a dura prova l’esecutivo Letta.

 

I PRIMI COMMENTI – La lettura della sentenza, attesa da tutti i media mondiali, ha scatenato subito una valanga di commenti. Tra i personaggi della nostra politica spiccano le dichiarazioni dei principali esponenti dell’emiciclo.

– Partiamo dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha diramato una nota invocando “rispetto per la magistratura” ed invitando il Paese a “ritrovare coesione e serietà”.

– Guglielmo Epifani, segretario reggente del Pd, ha spiegato che “Per quanto ci riguarda, questa sentenza va non solo come è naturale rispettata, ma va eseguita e resa applicabile”

– Decisamente più tranchant il commento di Beppe Grillo, che al suo blog affida queste parole: “Berlusconi è morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989”.

 

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 Matteo Torti

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