Personale dell’U.P.G.e S.P. Squadra Volanti di Torino e del Commissariato Centro ha denunciato, a seguito di attività di Polizia giudiziaria, un 19enne torinese incensurato, per i reati di sostituzione di persona e truffa.
Secondo quanto spiegato, gli operatori della Polizia di Stato, grazie alla proficua collaborazione con le società di “car – sharing”, avrebbero scoperto un metodo illecito di fruizione del diffuso servizio di noleggio autovetture, che avveniva attraverso la creazione di account falsi nei siti delle predette società.
In base a quanto appurato, il ragazzo denunciato, infatti, da diversi mesi avrebbe reperito sui più noti social network i dati anagrafici di ignari malcapitati che, nonostante il consiglio spesso rivolto dalle Forze di Polizia a non diffondere dati in rete, avevano pubblicato fotografie delle proprie patenti di guida.
Lo stesso, acquisiti tali dati, all’atto della creazione dell’account, avrebbe associato a questo non solo numeri telefonici individuati navigando in Internet dopo averli verificati mediante l’utilizzo di Whatsapp, ma anche seriali fittizi di carte di identità. Successivamente, per ottenere il codice di conferma per la registrazione, il 19enne avrebbe contattato i titolari delle utenze telefoniche e con le più svariate scuse se lo faceva inviare sul proprio smartphone.
Infine, il giovane inseriva nell’area di pagamento del sito gli estremi delle proprie carte di credito virtuali, prive di fondi e regolarmente emesse da un istituto di credito attraverso servizi di Home Banking.
Il meccanismo così descritto avrebbe consentito al 19enne torinese di noleggiare per mesi autovetture senza corrispondere alcuna somma a scapito di inconsapevoli cittadini. Quest’ultimi, infatti, risultando utenti insolventi rispetto al servizio, sarebbero stati contattati dalle società di car sharing intente a chiedere spiegazioni in ordine al mancato pagamento del veicolo.
Dalla descritta attività di Polizia giudiziaria sarebbe emerso il frequente ricorso al furto di identità digitale finalizzato alla fruizione di servizi a pagamento. Il monitoraggio costante operato dalle società di car – sharing sulle proprie autovetture e la crescente attenzione delle Forze dell’Ordine sui fenomeni descritti hanno garantito il conseguimento di un importante risultato nel contrasto degli stessi.
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